Caveja: il simbolo della Romagna e della tradizione contadina

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Caveja: come il nome, anche l’arnese è di derivazione contadina. Rappresenta un’asta in acciaio che, da un lato, è saldata alla pagella (alta e piatta), spesso decorata con anelli e immagini.

I simboli più ricorrenti erano il gallo, il sole, la mezzaluna, l’aquila, alcuni legati al cristianesimo come colomba e croce.

La sua traduzione in italiano sarebbe “cavicchia” o “cavicchiolo”.

La funzione della Caveja

Questa nasce semplicemente per assicurare o frenare il traino il giogo ai buoi o per frenarlo, alleggerendo oltretutto il collo dei bovi.

Gli anelli

Inizialmente l’anello, rudimentale e in ferro, serviva a sganciare il timone.

Via via, incantati dal tintinnio emesso dal moto ondeggiante dei buoi che teneva loro compagnia, i contadini chiesero ai fabbri di aggiungerne altri in acciaio forgiato. Così nacque la Caveja daglj anël (Caveja cantarena – canterina – nel forlivese).

Il suono delicato degli anelli fungeva anche come segnale sonoro dell’arrivo dei carri in paese e, durante le sagre, serviva ad attirare attenzione!

Via via, proprio durante questi eventi, si faceva sempre più a gara a chi avesse la caveja più bella e\o dal suono più armonioso.

Questo portò quindi alla creazione anche di caveje da parata, ornate e ricche di anelli e i buoi, a loro volta, venivano addobbati a festa per poi sfilare impettiti.

La Caveja, il simbolismo e la magia

La Caveja divenne simbolo della Romagna grazie ad Aldo Spallicci, medico di Bertinoro, nel primo novecento. Nel 1912 infatti, pubblicò la raccolta La Caveja dagli anëll (la “caviglia dalle anelle”) contribuendo a diffonderla nel mondo letterario, uscendo dai confini prettamente rurali.

Già prima, in realtà, si fece conoscere dato che, un manipolo di combattenti romagnoli, la dipinse sul proprio vessillo da battaglia

Se la fantasia può fare tanto, anche questa volta non si è risparmiata: la Caveja – complici le tradizioni scaramantico-religiose, assunse una connotazione magica, quasi propiziatoria.

I rituali in cui veniva utilizzata erano i più diversi: per scongiurare malattie o intemperie, per prevedere il sesso dei nascituri o liberare dal malocchio, ma pure per augurare buona sorte alle coppie neo sposate.

Durante la Settimana Santa, si legavano gli anelli dal giovedì al sabato, esattamente come si faceva con le campane in Chiesa.

La Caveja moderna

Oggi resta, principalmente, un simbolo. Generalmente utilizzato in chiave folkloristica oppure come nome o logo – integralmente o solo una parte – di alcune aziende.

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Bruno Zanin

Bruno Zanin è nato a Vigonovo, nella campagna veneta, in una famiglia di contadini, studiò fino alla terza media in un collegio di Novi Ligure,

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