Giuvidè vintidó Znèr
(Giovedì 22 Gennaio)
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L’è la pégura néra che l’at pèra e cúl !.
(È la pecora nera che ti difende!.Nei momenti difficili ti aiuta chi non ti aspetti che lo faccia.)
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I zcúrs de cadnaz.
(I discorsi del catenaccio.)
La sera i visitatori si accompagnavano fino alla porta d’ingresso ed era lì che si facevano,specialmente le donne,gli ultimi discorsi con la porta semi aperta.Spesso questi argomenti duravano anche a lungo e diventavano così i discorsi del”catenaccio”o della”buonanotte”.)
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E fa di zcúrs chi tó e savór me pèn.
(Fa dei discorsi che tolgono il sapore al pane.)
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Per zcär bsógna avè qualcosa da dì.
(Per parlare bisogna avere qualcosa da dire.Prima di parlare è bene sapere cosa dire,ossia collegare il cervello!.)
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Ai ho tirat una crósa sóra.
(Gli ho tirato una croce sopra.
Ossia non ne voglio più sapere.)
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E vlèva indrizè al gambi me chèn.
(Voleva raddrizzare le gambe al cane.
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Che pèz ad stófa l’è séda cruda.
(Quèl pezzo di stoffa è seta cruda.È seta naturale che non ha subito colorazione artificiale.)
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Bòna zurnèda ma tót!.
(Buona giornata a tutti!.)
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Sa vól di la parola”IMBARBAJÈ”?
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Renato Fattori