Tutti i Riminesi conoscono la Chiesa di Santa Rita però non tutti sanno che la stessa è un condensato d’arte e di storia. La chiesa si trova nel centro storico della città, presso il mercato comunale coperto. È meta dei devoti di Santa Rita e anche di tanti sammarinesi… ma perché i sammarinesi, e poi perché proprio per questa chiesa?
Il vero nome della chiesa è “Chiesa dei Santi Bartolomeo e Marino”. La sua storia parte da molto lontano, all’epoca delle grandi persecuzioni cristiane. Dominavano su Roma e sull’Impero Romano gli imperatori Diocleziano e Massimiano acerrimi nemici e persecutori dei cristiani, quando fu intrapreso il restauro della mura urbane di Ariminum (257 d.C.).
Furono utilizzati per questa necessità vari muratori e tagliatori di pietre, per lo più stranieri. Fra loro anche due maestri muratori e tagliatori dalmati: Leo e Marino, entrambi cristiani. Oltre al lavoro per il quale erano stati arruolati, i due fecero opera di evangelizzazione fra gli operai e i cittadini.
Finito il lavoro, Leo si ritirò sul Monte Feltrio, dove condusse una vita da eremita, mentre Marino restò in città per altri 12 anni, distinguendosi per i gesti di carità e laboriosità. Insediato da una donna che lo ricattava, prima minacciandolo e poi denunciandolo alle autorità come cristiano, fuggì e si rifugiò come eremita sul Monte Titano.
Il Monte era proprietà di Felicissima il cui figlio Verissimo osteggiò con forza l’insediamento di Marino. Verissimo fu colto da una improvvisa crisi rimanendo paralizzato in tutto il corpo; Felicissima promise in regalo a Marino il Monte purché salvasse la vita del figlio; la qual cosa avvenne con un prodigioso miracolo.
Altro miracolo fu la conversione della donna che lo aveva tentato e denunciato. Il Monte fu donato a Marino e da lui prese il nome. La notizia dei miracoli si diffuse per la città, in suo ricordo e per devozione, quando la religione cristiana fu riconosciuta dalle autorità, fu eretta una cappellina a ridosso delle mura che Marino aveva restaurato e una sorgente che Marino aveva scavato – tutt’ora esistente all’interno del chiostro – e sulla quale poi fu eretta la Chiesa.
Nel 1805 prese anche il nome di San Bartolomeo perché la chiesa a lui dedicata e che si trovava accanto all’Arco d’Augusto, piccola e cadente, fu soppressa e il suo titolo e le sue funzioni furono trasferite nella chiesa di San Marino che, da quel momento fu chiamata Chiesa dei Santi Bartolomeo e Marino.
Dal 1925 conserva una statua rappresentante Santa Rita da Cascia e dall’ora, per i Riminesi è diventata la Chiesa di Santa Rita. Questa, per sommi capi, è la storia, ora c’è la parte artistica, non meno interessante.
Come si legge alla Prefazione del volume “La Chiesa Riminese dei Santi Bartolomeo e Marino detta di Santa Rita” di Pier Giorgio Pasini – Minerva Edizioni, questa chiesa è “una delle più interessanti testimonianze culturali della città, una vera e propria stratificazione di memorie storiche e di bellezze artistiche, depositate attraverso i secoli come in un prezioso scrigno.”
Fra alcuni di questi: il coro ligneo quattrocentesco in legno intarsiato, l’organo settecentesco, opere pittoriche di artisti quali L’Arrigoni, Giorgio Picchi, Bartolomeo Coda e il monumento a Papa Pio VI dello scultore Trentanove.
La chiesa, come del resto tutta la città, subì gravi danni nei terremoti che hanno scosso la Bassa Romagna negli anni 1672, 1786, 1875 e l’ultimo durante la prima grande guerra nel 1916. Si sono poi aggiunte le distruzioni causate dai conflitti mondiali.
L’ultimo restauro risale al 2005, in parte finanziato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini. La chiesa fu soggetto di visita in occasione della giornate FAI di qualche anno fa.
Guido Pasini
Piazza Gramsci, 1 — 47921 Rimini (Centro)
Tel. 0541 782279
Orari SS. Messe
Inverno:
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Feriali | Ore 8.00 – 9.00 |
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Prefestivi | Ore 18.00 |
Festivi | Ore 9.00 – 11.00 |
Estate:
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Feriali | Ore 8.00 – 9.00 – 18.00 |
Prefestivi | Ore 18.00 |
Festivi | Ore 9.00 – 11.00 |