Non si può non parlare di un progetto che ha scatenato il grande dibattito tra riminesi, “Saluti da Rimini”, di Maurizio Cattelan e Pierpaolo Ferrari, ideatori di Toilet Paper Magazine.
Stiamo parlando di arte contemporanea, quella che non tutti chiamano “arte”, soprattutto quando fondamentalmente caratterizzata dalla denuncia sociale, ma se così fosse dovremmo fermare la nostra predilezione per l’arte a quella rinascimentale, quella “bella”, tecnicamente perfetta, ma creativa? Stimolante?
Ognuno attraverso l’arte “sente”, sente il piacere di ammirare un’opera tecnicamente ben fatta, oppure sente il disprezzo per una concezione ben trasmessa attraverso una modalità, pittorica, materica in ogni senso, evanescente, una scritta, una fotografia, una danza, una performance, un suono.
“Rimini è un concentrato di iconografia bassa e alta. Penso alla villeggiatura e a Tondelli. Dalla Gradisca ai club della notte. Rimini è un po’ come Las Vegas. Solo che è in Romagna e invece del deserto ha il mare, invece del fried-chiken ha la piadina. Come Las Vegas è una città che vive di immaginario, è aperta a diverse interpretazioni. Noi abbiamo dato la nostra.”
Una città caleidoscopica come Rimini vanta pregi e difetti, contrasti accentuati, apprezzati e disprezzati, perché varia, perché poliedrica… non è questa la caratteristica che l’ha sempre contraddistinta? L’ha resa unica e di fama internazionale?!
Otto immagini “ritraggono la città”, poste nei punti cruciali e significativi dell’arte e della quotidianità riminese, proprio per porsi in netto contrasto, e saranno visibili fino al 30 Settembre 2015.
A cura di Maria Cristina Didero, questa mostra a cielo aperto racconta gli eccessi di una Rimini ironica e sexy, narrata con le immagini la percezione gioviale della tipica Rimini degli anni del boom economico.
Nei luoghi simbolo la contrapposizione si evidenzia nella compresenza di elementi del passato ed elementi attuali, elementi aulici e immagini “basse”, nella città dalle mille interpretazioni. Rimini è o non è l’Hollywood di Pier Vittorio Tondelli? La città del “pornografo” Fellini?
Ironia pop dell’epoca che stiamo vivendo, ironia pop del divertimentificio giovanile, del piacere ricercato in ogni forma, gastronomia da fast food, macro e micro delle percezioni sensoriali, tutto ciò non è Rimini, o meglio, non solo, ma anche… tra le sue mille facce, si scorge anche questo, accostato al piacere di conoscere la sua intensa e lunga antica storia, ai meravigliosi panorami da scorgere durante le escursioni organizzate, al buon gusto dell’enogastronomia locale.
Uno sguardo superficiale, più legato alla società contemporanea che a Rimini, in quanto città, ma è proprio in quanto città, anche internazionale, che presenta essa stessa, come altre città d’Italia e del mondo, le caratteristiche degli eccessi, in particolar modo quelli del piacere, che deve stimolare alla conoscenza di un luogo che promette ironia e distacco, giovialità e superficialità nella lettura di determinati valori, talvolta solo costruiti e di plastica.
Un ready-made di immagini tipiche della Rimini del passato, delle sue materiche cartoline, oggi sostituite dagli scatti evanescenti di Instagram e Pinterest.
La città si racconta… “Saluti da Rimini”