(Sei di Rimini se anche tu avresti fatto lo stesso!)
Tornato a Rimini da un viaggio in treno nel cuore della notte, cerco la mia bicicletta lasciata al parcheggio davanti alla stazione. Non la trovo subito, qualcuno l’ha spostata e nel fare questo ha forzato la catena del lucchetto che si è ingarbugliata intorno al mozzo della ruota.
Ci provo e ci riprovo, non ci riesco a liberarlo. Capovolgo anche la bici, sella per terra e ruote all’aria… rien a faire! A poca distanza, nel buio, un gruppetto di sfaccendati, scuri anche loro, sembrano confabulare.
“Fidarsi è bene ma non fidarsi é meglio” mi dico mentalmente… quando vedo uno staccarsi dagli altri e venirmi incontro.
Con una voce molto gentile mi dice: “Vedo che non ce la fa e che ha un problema, lasci che l’aiuti io! Lascio fare, un po’ perplesso, anche perché nel frattempo si avvicina una donna che vorrebbe un euro che non ho!
Lui ci riesce a sbrogliare la matassa ma con molta fatica. Io lo ringrazio con un fil di voce e mi allontano velocemente. In bici lungo il viale della stazione verso viale Matteotti e attraverso il Borgo Marina… l’atmosfera è a dir poco inquietante.
Strani scuri figuri veri o presunti tali, per la brutta fama che ha Rimini di notte soprattutto da queste parti, sembrano aggirarsi nei dintorni. All’altezza della scuola Decio Raggi sfioro anche due signorine, eleganti come cicogne sui loro altissimi trampoli a spillo.
Una mi sussurra anche un “Hello”. Tiro dritto e con un sospiro di sollievo raggiungo finalmente casa, il cuore non esattamente in gola ma giù di lì!
Ma non mi sento così contento come dovrei essere: uno strano ripensamento, quasi un rammarico. Quell’uomo non ha voluto niente in cambio, è solo stato gentile. E io l’ho liquidato in fretta con un grazie strozzato, facendogli certamente capire che avevo paura di lui.
Preso quasi dal rimorso, all’improvviso decido di tornare indietro, incrocio ancora la signorina che saluta credendo che magari io abbia cambiato idea per tornare da lei (adesso mi è simpatica anche lei!), arrivo alla stazione… il gruppetto si è spostato ma c’è ancora… e mi avvicino: “Scusate. chi di voi é il ragazzo che mi ha aiutato con la bici?”-“Io”- risponde uno.
“Guardi, lei è stato molto gentile e io avrei dovuto offrirle almeno un caffè ma avevo fretta di tornare a casa. Se non si offende le do dieci euro, se lo prenda lei un caffé coi suoi amici. Mi dica almeno di che paese è”-” Sono rumeno… i miei amici africani!”- “Una sola domanda ancora: “è contento di essere in Italia o almeno a Rimini ?”- “No! L’Italia è bella e Rimini è bella! Ma la gente è distante… e ha paura di noi!”
Il ritorno è più felice, sono soddisfatto di quello che ho fatto… sfreccio lungo il viale… respiro il profumo dolce dei pini… mi viene in mente che da ragazzino li ho scalati tutti per rubare le pigne… mi viene quasi da ridere o da piangere… certi sentimenti di nostalgia non sai mai come prenderli!
Però il mio messaggio é chiaro: “FEEL THE FEAR BUT… DO IT ANYWAY” … “SENTILA LA PAURA, MA FALLO LO STESSO!”
Giorgio Mazzotti
Vedo che avete letto il mio raccontino con piacere perché l’avete trovato semplice ma vero, come ora mi commuovo profondamente io leggendo i vostri commenti perché li sento partecipi e sinceri.
Non occorre scomodare keats per ricordare che “Beauty is Truth and Truth is Beauty…” che la verità è bellezza e la bellezza è verità. Che tutto ciò che accade sotto il sole, in tutte le sue forme, diventa bello perché è vero.
Ma non accontentiamoci di aspettare, sapendo che le pietre antiche del passato possono raccontare. Cominciamo noi! Anche noi alla nostra età siamo già pietre nella mente e nel cuore che la vita ha scolpito in qualche modo lasciandoci il segno!
Abbiamo anche noi già scritto una nostra “Umana Commedia” con qualche pagina di paradiso, molte di purgatorio e anche qualcuna d’inferno. Raccontare le nostre piccole storie può servire soprattutto a noi per metterci la faccia, la nostra (non siamo di proposito su FACE BOOK?) e dare conseguentemente anche un po’ di divertimento e sollievo, o un esempio o un consiglio… agli altri!
Allora, avanti a chi tocca! Vorrei conversare con tutti voi individualmente almeno una volta e non virtualmente soltanto! Chissà se un giorno troverò un piccolo drappello di voi alla mia porta!
Ho già steso un tappeto rosso (di plastica, si fa quel che si può). Chissà! Intanto… grazie di cuore!
Io sono il mio personaggio preferito perché sono semplicemente vero! Dobbiamo tutti diventare il nostro personaggio favorito e crederci… per diventarlo poi anche per gli altri.
Abbiamo tutti un corpo bello e vero perché nudo, anche se poi lo copriamo coi bei vestiti e con gli orpelli!
Abbiamo una anima grande e sensibile anche se il suo specchio che sono gli occhi lo nascondiamo con gli occhiali! Allora, coraggio… senza paura. Raccontiamoci e confrontiamoci!
Orgogliosi e contenti di essere però quello che siamo veramente, che è già molto, già tanto! Senza illuderci di essere migliori dei nostri simili solo perché siamo diversi di colore di ceto sociale e di cultura… Che tanto… se ci perdiamo per due giorni per caso in una foresta, lontano dalle comodità della nostra civiltà come a volte è successo a me, e devi cercare qualche bacca per nutrirti o un cespuglio dietro cui nasconderti se hai il mal di pancia… sei come tutti gli altri… e meno bravo di un animale.
Solo pensando a questo, con tanta umiltà si può diventare veramente grandi.
L’importante è vedere di volta in volta anche il punto di vista degli altri e agire di conseguenza… e non stare mai solo per principio sempre dalla parte del torero.
In tutte ma proprio in tutte le parti del mondo che ho visitato, sono stato capito da tutti e sono riuscito a capire tutti.
Per grande incredibile ironia, le uniche tre persone in tutta la mia lunga vita che mi hanno fatto scoprire il male nella sua forma peggiore, quella della cattiveria, e hanno ferito mia madre e mortificato, me… erano italiani, cristiani e di Rimini!
E della porta accanto! E allora? Con chi dovrei veramente prendermela? This is the way the world goes round… goes round… goes round… Ti piace il ritornello?