Motociclisti e non: bentrovati! Perché questo inizio? Perché mi capita spesso di leggere commenti di persone che si chiedono come mai, dato che siamo in inverno, non possiamo girare la Romagna in auto.
Personalmente direi che il problema non sussiste! In fondo, osservando bene i miei itinerari, vi renderete conto che sono fattibilissimi con qualsivoglia mezzo di trasporto. Auto, bici, moto, cavallo, risciò…
Trattandosi di tratte che, normalmente, io e mio marito facciamo con la nostra Aprilia, continuo a proporle per le due ruote; nulla vieta però, di muoversi col mezzo che si preferisce. C’è solo un imperativo: la voglia vera, intensa, pressante, di scoprire la Romagna.
A questo punto vi chiederete: dove ci porterà oggi, questa pazza che strapazza innocui centauri con idee massacranti? Beh, popolo delle due ruote, vi dirò, stavolta il mio itinerario sarà molto semplice, molto slow e molto tranquillo: attraverseremo l’Alta Valmarecchia, fino al Passo del Fumaiolo, sostando in due piccoli borghi davvero pittoreschi: Petrella Guidi e Casteldelci.
Iniziamo la nostra giornata salendo in direzione Novafeltria e seguendo la strada che, normalmente, si fa per andare al Valico di Viamaggio; poco prima della piscina da Quinto, troverete le indicazioni per il borgo medievale di Petrella Guidi.
Seguite la strada e godetevi la campagna preappenninica attorno a voi; l’arroccato paese di Petrella, attirerà il vostro sguardo sin dalla vallata, con il suo inconfondibile abitato in pietra bianca.
Dopo aver parcheggiato, potrete accedere nel piccolo centro, attraverso il portale in pietra, su cui vi sono gli stemmi dei casati che, nei secoli, si sono succeduti al potere. Troverete un paese intatto e accogliente, piccolo ma delizioso, che rappresenta, al massimo dello splendore, le fattezze del castello minore duecentesco.
Salite con calma i vicoli acciottolati, godendovi gli scorci pittoreschi e ammirando il panorama sulla vallata: con lo sguardo potere spaziare sino a Pennabilli e al Monte di Carpegna.
Vi suggerisco di entrare a visitare la piccola Chiesetta di Sant’Apollinare, prima di raggiungere la parte più alta del borgo, su cui sorge il Torrione quadrato che, nel Medioevo, era la vera e propria residenza.
In passato, oltre alla cisterna per l’acqua piovana, posizionata nel cortile, presentava anche due ali in cui erano poste la scuderia, la dispensa e gli alloggi. Da quassù, potrete assaporare la pace, il silenzio, il verde dell’Alta Valmarecchia, senza interruzioni né distrazioni; alla base della Torre, c’è anche un bel prato in cui sedersi, per ammirare il panorama, prima di ripartire.
Vi consiglio di tornare sulla strada principale, ripercorrendo lo stesso tratto dell’andata: esiste un altro percorso, con il quale si può raggiungere Casteldelci ma, pur essendo paesaggisticamente strepitoso, per quanto riguarda la manutenzione delle strade è davvero terrificante e, onestamente, non me la sento di attentare ai vostri pneumatici… soprattutto perché, attraverso, il blog, sono facilmente rintracciabile per richieste di risarcimento.
Una volta raggiunta nuovamente la Marecchiese, ripartite in direzione Valico di Viamaggio e, dopo un paio di km, prima di Ponte Messa, girate di fianco alla bellissima Pieve romanica di San Pietro in Messa, seguendo la segnaletica per le Balze e Casteldelci.
La strada fino a Casteldelci è, inizialmente, caratterizzata da un lungo, panoramico rettilineo che costeggia il Marecchia; dopo aver attraversato un piccolo ponticello, però, iniziano i tronanti… che vi direi di godervi ma, dato un asfalto non proprio ben tenuto, il consiglio lo ritiro e vi dico: attenzione.
Casteldelci, così come Petrella Guidi, la vedrete comparire all’improvviso nella vallata, caratteristicamente posizionata su una collina boscosa: un vero gioiellino di pietre, che risaltano sul verde.
Prima di salire verso il borgo, vi suggerisco di fare una sosta nella parte bassa, dove potrete ammirare il bel ponte Medievale da cui, volendo, parte un sentiero pedonale che porta sino alla sommità; inoltre, attraversando la strada, troverete un grazioso laghetto, lungo cui è piacevole passeggiare, ammirando il riflesso della collina di Casteldelci, che si specchia nelle acque.
In primavera, poi, il gioco di riflessi fra i brillanti colori della rinascita e l’inseguirsi delle nuvole, è molto suggestivo.
Una volta risaliti in moto, raggiungerete il piccolo centro storico piuttosto velocemente, attraverso una serie di ampi tornanti: potete lasciare la moto nei parcheggi proprio davanti all’ingresso. Casteldelci è un silenzioso angolo dell’Alta Valmarecchia, placidamente addormentato in mezzo al verde.
Lo si visita velocemente, ma è così raccolto, ameno, grazioso che, personalmente, lo ritengo imperdibile. Le abitazioni, la Casa Museo, il Municipio e la Chiesa Parrocchiale, si stringono attorno alla mole della Torre Campanaria, cui si accede da una breve scalinata che vi suggerisco di salire senza indugi.
Perché? Perché il panorama sulla valle del fiume Marecchia, che si gode da quassù, è quanto di più bello, perfetto, brillante, possiate vedere. Un dipinto rinascimentale divenuto realtà!
Il borgo di Casteldelci è noto, soprattutto, per essere circondato da numerosi sentieri escursionistici, oltre che per la piccola festa paesana del Primo Maggio, l’antica fiera del bestiame che vi consiglio di visitare, se ne avete l’occasione. Per assaporare la semplicità di una festa d’altri tempi.
L’ultima parte del nostro itinerario, sale verso la località Balze di Verghereto: anche qui, troverete un paesaggio di una bellezza unica, ma fate davvero attenzione all’asfalto rovinatissimo.
Lo sottolineo soprattutto perché, in moto, si possono prendere “botte” piuttosto dolorose… parlo per esperienza personale.
Alle Balze, piccolo paese di montagna, nota stazione turistica dell’Appennino Tosco Romagnolo, potete fermarvi a fare due passi e prendere un caffè; oppure, potete proseguire fino al bivio per il Monte Fumaiolo. Meravigliosa strada, completamente immersa nel bosco di faggi, il cui profumo vi avvolgerà, dopo diversi tornanti si apre sul passo che collega la Romagna alla Toscana.
Generalmente, vi sono una marea di escursionisti, camperisti e turisti, oltre a persone che, durante l’estate, fuggono dalla calura delle città. Ma non mancano le occasioni di trovare un angolino fra gli alberi in cui, con una bella coperta, ci si possono godere il fresco e un pranzo al sacco; oppure, un bar, un ristorante ed un rifugiorisolvono, eventualmente, la questione pasto, se non amate troppo i pic-nic.
Dal Passo del Fumaiolo, parte anche il semplice sentiero che porta sino alla sorgente del fiume Tevere: questa, appartenne alla Toscana, sino all’inizio del XX secolo; poi, negli anni Venti, Benito Mussolini fece spostare i confini delle province di Arezzo e Forlì, per includere la sorgente in territorio romagnolo.
Se non siete particolarmente stanchi, vi consiglio caldamente di percorrere l’ombreggiato percorso che vi permetterà, non solo, di camminare a diretto contatto con la natura, completamente immersi nel bosco, ma anche di scoprire il luogo in cui nasce “Il fiume sacro ai destini di Roma”.
Per il rientro, scendete nuovamente verso le Balze e, una volta giunti al bivio, girate in direzione Verghereto; subito dopo la Chiesa, svoltate per il borgo di Pratieghi: questa tratta, caratterizzata sempre da elaborati e suggestivi giochi di luce, attraversa piccoli abitati e l’alta valle del fiume Marecchia, le cui sorgenti sgorgano proprio qui, sino alla località Svolta del Podere, non distante dal Passo di Viamaggio.
Dopo una sosta caffè… o panino con la finocchiona, a seconda dell’orario, seguite la strada di Viamaggio con direzione Novafeltria.
In qualunque stagione decidiate di seguire questo itinerario; in qualunque momento della giornata; con qualunque tempo atmosferico… ricordate sempre la regola fondamentale: il SALUTO, è d’obbligo!
Claudia Barbieri, da vocedelverbopartire.blogspot.com