Giò Urbinati è un ceramista riminese che vanta mezzo secolo di attività, sin da quando da bambino giocava con l’argilla, che adorava plasmare, a oggi, momento in cui si racconta nell’opera “Pensieri di Terra” (Ed. Guaraldi).
Forme e colori del maestro ceramista, che è anche scultore e pittore. Nato nel 1946 negli anni ’60 inizia a formarsi presso l’atelier di Carla Birolli, successivamente Benito Balducci e Rosetta Tamburini.
Opere dal 1986 all’88:
- La Cattedrale dove va a finire il mare
- Il Giardino Pietrificato
- L’Arco delle Favole
- L’Orto dei Frutti Dimenticati (Pennabilli, opere che segnano il legame con Tonino Guerra).
Nel momento dell’estro mette in campo la sua fantasia e le sue idee, indipendentemente dai materiali e dalle tecniche, ciò che conta è che esse prendano forma, attraverso modelli, colori e tecniche.
La sua esperienza in pasticceria lo ha portato a realizzare vere e proprie delizie di ceramica, dolci inizialmente preparati per attirare i clienti, approccio che successivamente volse verso l’intenzione di creare dolci lontani dalla perfezione, imperfetti ma seducenti, apparentemente cremosi.
Tra le ultime mostre troviamo:
- Centociotole
- Un vaso
- Nafta
- Castelli di Carta
Questi ultimi simulano le carte da gioco e le fragili costruzioni, un fare e disfare metafora della vita e quando si cerca di arrivare in alto, gli imprevisti possono fare crollare le aspettative a ogni passo.
Sculture di differenti materiali come porcellana, gres, vitrus, biscuit, maiolica, terracotta, per creare città immaginarie.
L’apertura della bottega a Rimini risale al 1969, momento in cui diventa di fondamentale importanza la sperimentazione e la ricerca sugli smalti e le cotture a lustro.
Una sperimentazione continua che egli stesso definisce “alchimia”, non a caso data la varietà di materiali da lui trattati.