E pèr che l’àva svarnè sla pula

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Dmènga zdòt Znèr
(Domenica 18 Gennaio )
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E pèr che l’àva svarnè sla pula.
(Sembra che l’abbiano alimentato con la pula.Si diceva a chi si presentava emaciato e malnutrito.)
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U t’à lichè la vaca?
(Ti ha leccato la vacca?Era detto a chi si presentava impomatato e con i capelli lisci come se fossero stati leccati da un bovino.)
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L’è sèmpra spòrc cumè e bastòun de pulèr.
(È sempre sporco come il bastone del pollaio?Era il bastone sopra il quale si accovacciavano i polli e che nessuno si preoccupava mai di pulire dagli escrementi.
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L’à scurzè in te rèmul.
(Ha scoreggiato nella crusca.Si diceva a chi era pieno di lentiggini la cui forma e colore era simile alle scaglie della crusca.)
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Gnint e fa bèin snó ma jòc.
(Niente fa bene solo agli occhi.
Il non avere niente fa bene solo agli occhi e non a tutto il resto.)
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Durènt e fròunt ui era una miseria che us santiva ciulè i súrs tla màtra!.
(Durante il fronte c’era una tale miseria che si lamentavano anche i topi nella madia!.
La madia era il mobile che conteneva la farina e il pane,ma in tempo di guerra,era solitamente vuota.)
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Bòna dmènga ma tót!.
(Buona domenica a tutti!.)
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Sa vól di la parola”SBUCIÒUN”?
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Renato Fattori

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