Lundé un Dicembre
(Lunedì 1Dicembre)
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Òz ho ciapè i gàzót in t’àl dèda.
(Oggi ho preso gli uccelli alle dita.Si diceva quando in inverno si usciva in bicicletta con guanti e calzature inadeguate e il freddo provocava forte dolore e intorpidimento alle dita delle mani e dei piedi.)
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A stè si zóp us impera d’andè zóp.
(A stare con i zoppi si impara ad andare zoppi.
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Una vólta pron a caval de brèch!.
(Una volta per uno a cavallo dell’asino!.Fatiche e riposo vanno equamente divise.)
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Un po’ prón a fè la calce!.
(Un poco per uno a fare la calce!.Si diceva quando i muratori non avendo le betoniere dovevano impastare sabbia cemento e calce a mano con il badile ed era una gran fatica che andava divisa.)
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Un pó pron ma la pula!.
(Un poco per uno alla pula!.Durante la trebbiatura del grano il lavoro della rimozione della polvere di paglia sotto il solleone era il più duro e andava quindi diviso.)
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L’è andè a cambiè l’àqua mi luvèin!.
(È andato a cambiare l’acqua ai lupini!.Per fargli perdere l’amaro bisognava tenerli a bagno alcuni giorni cambiandoci spesso l’acqua .
Quì si usa un doppio senso.)
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Un bèl vèda l’è un bèl crèd!.
(Un bèl vedere è un bel credere!.Come San Tommaso,crediamo meglio se vediamo.)
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Bòna zurnèda ma tót!.
(Buona giornata a tutti!.)
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Una parola poca usèda l’è
“ARBÓF”
Renato Fattori