Lungo il tuo schietto collo debitore
spingo i miei baci osceni
a bere l’umore dolce
della tua pelle intima e peccatrice
intrecciando
il mio respiro al tuo
come illividiti gigli di mare alla malerba
legato
nella vampa della fiamma
che
mi
arroventa
i
sensi
Luciano Monti