Non dialogo interiore alla Joyce ma esteriore alla George, nel parco Marecchia. (Da far correggere a Cupido Duff… è la prima volta che scrivo in dialetto!)
“Cio’… Mariozza… te t’e’ ardot qualcosa’?”
“Sè, Zvanein… a io za truve’ tre rosli e un scarpeign e te?”
“Mè aio’ truve’ do’ radecc’ e un fnocc’ selvatic!”
“Eeh. Zvanein la va bein ise’… Stasera as la sgavagnem s’una bella magnadeina, erbi coti sla pieda!”
“E a fasem festa… la festa di puret!”
“E dop magne’, Zvanein… ui scapa qulcosa ad bon in te let?”
“No Mariozza… a gno’ feda! I dè dla gloria i e’ passe’!”
L’e’ l’istess, Zvanein… Ui e’ dla roba bela a la television! Per te ui e’ la Belen… me a guardaro’ Fiorello!”
Traduzione:
“Ehi… Mariuccia… ce l’hai fatta a rimediare qualcosa?”
“Sì, Giovanni. ho già trovato tre rosole e uno scarpigno… e te?”
“Io due radicchi e un finocchio selvatico!”
“Giovanni, va bene anche così! Così stasera ce la caviamo con una bella mangiatina… erbe cotte e piadina!”
“E faremo una gran festa Mariuccia! La festa dei poveretti!”
“E dopo mangiato, ci scappa qualche cosa di buono anche a letto?”
“No, Marietta… non ci spero più! I giorni della gloria sono passati!”
“è lo stesso, Giovanni! C’è della roba bella alla televisione! Per te c’è la Belen… e io mi guarderò Fiorello!”
Giorgio Mazzotti (testo e foto)
Guido Pasini: Non sono un vernacolese ma mi sembra un ottimo scritto; il colloquio che poteva girare sul patetico e sulla tristezza della misera vita della coppia vira in bellezza… certo che si accontentano di poco. Simpatico raccontino.
Lucia Masini: Si capisce benissimo il dialetto è troppo bello!
Alessandra Capanna: Bravo Giorgio mi ha fatto proprio divertire! Leggo sempre con piacere ciò che scrive. Grazie.