Il complesso dell’Abbazia di Scolca fu edificato nel 1418, grazie a una donazione di Carlo Malatesta, quindi la chiesa e il convento furono affidati agli Agostiniani di San Paolo Primo Martire d’Ungheria.
Ripercorrendo le vicissitudini, che vedono partecipe l’Abbazia, possiamo narrare che nel 1492 i frati ungheresi furono poi richiamati in patria e successivamente si occuparono del complesso i monaci benedettini di Monte Oliveto Maggiore, ciò introdusse nella città di riminese l’Ordine benedettino, il modello illustre di vita contemplativa.
Nel 1797 le truppe napoleoniche allontanarono i monaci.
Nel 1805 alla Scolca venne trasferito il titolo di parrocchia di San Fortunato, l’antica chiesa situata più a valle, ma nel 1925 il Vescovo di Rimini Mons. Vincenzo Scozzoli ripristina il titolo abbaziale conservando in qualche modo la memoria degli Olivetani e il loro ricordo prospero e vigile.
Dal punto di vista artistico l’Abbazia rappresenta un pezzo di storia importante, e attualmente, grazie alla sensibilità dell’Abate Parroco don Renzo Rossi, è stato avviato un recupero culturale e spirituale del luogo e delle sue tradizioni, per ricordarle nella memoria e soprattutto per tramandarle vivamente.
I segni e i simboli ripercorrono fieramente l’antica tradizione Olivetana e attualmente sono fonte di forte ispirazione e soprattutto di approfondimento. Nel ricordo del passato si cerca di nutrire al meglio lo spirito per preservare la sua purezza e la sua più intensa integrità. Questa è la storia, questo è il passato che resiste e che si mescola al presente con forza e volontà.