24 Giugno – La notte delle streghe

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A pochi chilometri da Rimini, in direzione Cattolica – Morciano di Romagna si trova il piccolo centro rurale di San Giovanni in Marignano. Dalle origini medievali, il paese era considerato il “granaio dei Malatesta” per le sue fertili colline.

Giuseppe Garibaldi nel 1859 si rivolse ai suoi cittadini perorando la causa italiana.

In questo piccolo centro si mantiene e si rinnova ogni anno una antica tradizione: la notte delle streghe. Forse perché in questo paese visse Artemisia. Conosciuta come la strega buona della Valconca, prende il suo nome dalla nota pianta color rosso sangue.

Da alcune testimonianze sembra che la strega sia vissuta intorno all’800, quando divenne famosa per il Rito dell’Olio contro il malocchio e per l’esercizio della magia buona in contrapposizione alla vicina nemica, la Strega del Foglia che, in cambio dei benefici, richiedeva il sacrificio di bambini. Leggenda vuole che Artemisia fosse anche un’esperta interprete dei tarocchi e, nelle notti d’estate, molti ricorrevano ai suoi poteri per propiziarsi l’amore, la salute ed il benessere.

L’antico rito dell’olio

Il rito prediletto dalla strega Artemisia era appunto il rito dell’olio, da praticarsi nelle sole notti di luna piena per scoprire se la persona interessata avesse o meno subìto il malocchio.

Il rito è caratterizzato simbolicamente dal numero sette. Posta una scodella o un piatto da cucina con dell’acqua sulla testa del richiedente, si versano sette gocce d’olio e, a seconda della conformazione che assumono, permettono di dedurre se la persona abbia o meno subito il malocchio. Per allontanare il malocchio, una volta gettata via l’acqua si eseguono sulla testa sette croci con un ramoscello d’ulivo benedetto, ripetendo la formula ed il rito fino a che le gocce non restano intatte al contatto con l’acqua.

La manifestazione affonda le sue radici nella più antica ritualità legata agli astri e al ciclo agrario. Nel corso della storia alla festa pagana del solstizio d’estate, via via condita in Romagna di superstizioni e ritualità popolari, si legò la celebrazione religiosa di San Giovanni, il santo patrono da cui il paese prende il nome. Alla festa si associano tante superstizioni, al punto che la notte di San Giovanni è tradizionalmente conosciuta come la Notte delle Streghe, all’insegna del folclore e della superstizione. La tradizione vuole infatti che in questo particolare momento astrale le streghe si radunassero nei crocicchi delle strade per espletare i loro sortilegi, dal momento che a loro volta erano favorite dalle speciali potenzialità dell’acqua di San Giovanni.

La notte di San Giovanni a San Giovanni in Marignano è una notte speciale: le streghe, immagini e persone in costume, si avvicendano per tutta la sera nelle vie del borgo, bancarelle, spettacoli di artisti di strada, una folla di persone per una magica notte di inizio estate.

Ogni anno si rinnova questo appuntamento di forte richiamo. La festa che si tiene da una ventina d’anni, in realtà affonda le sue radici nella ritualità pagana dei riti propiziatori nel solstizio d’estate, poi accorpatasi ai festeggiamenti cristiani di San Giovanni, assumendo nella tradizione la comune diceria che la Notte di San Giovanni è una notte in cui “tutto può accadere e a tutto si può rimediare”, periodo propizio per la salute, gli amori, il benessere, il solstizio d’estate diventa il pentolone in cui superstizioni e rituali stregoneschi trovano facile terreno e spazio.

Roghi delle streghe, alchimie, profezie e astrologie, ma anche esibizione di gruppi storici, artisti di strada, acrobati e mangiafuoco, giullari e falconieri invadono le vie del bel borgo romagnolo. Spettacoli teatrali, musicanti ed esibizioni artistiche, mercatini magici, leccornie da degustare, mostre tematiche, percorsi sull’inconscio, atmosfere stregate coinvolgeranno gli ospiti dalle ore 21 a notte inoltrata.

Da “Agenda storica di Rimini 1998 di Simona Ceccarelli e Mara Valentini, Pietroneno Capitani Editore”, ho tratto questo ricordo storico che alla lettera vi ripropongo.

Tempo magico e soglia di passaggio, la notte del 24 giugno è collocata fuori dal tempo: una notte di magia dove gli spiriti e le streghe dominano e si manifestano in un girotondo di anime e di vapori. Ai mortali vengono aperte le porte dell’aldilà a loro solitamente interdette e i morti ne varcano la soglia.

In diverse località della Romagna così come in altre parti d’Italia, la sera della vigilia si confezionavano pani con forma particolari da lasciare sulle finestre per sfamare le anime dei morti che vagavano nella notte e quello stesso pane veniva conservato appeso in cucina per difendersi dalle streghe e dai loro malefici.

Proprio quest’ultime erano le più temute dai contadini romagnoli tanto che Placucci riporta come “in varie città è proibito sortire di casa nella notte di S. Giovanni Battista, e molto meno passare sui quadrivj: poiché disturbandosi il consiglio delle streghe si corre il pericolo di essere tocchi con l’uva, ch’esse hanno raccolta nei boschi a far malìe.”

Così l’uva, come altri frutti e erbe subiva l’influenza della notte magica acquistando poteri malefici ma anche vivificatori e purificatori. La rugiada di quella notte aveva il potere di conferire alle erbe e alle piante particolari virtù: l’aglio diventava terapeutico capace di guarire da tutte le doglie; il garofano ammaliatore, lo spigo profumato…(omissis…)

Uova e foglie di fico venivano interrogate per i loro poteri premonitori; le pagnotte, confezionate in particolari forme, erano esposte alla rugiada; la stessa acqua si arricchiva di proprietà magiche e purificatrici per la persona, le bestie e la terra. La soglia di casa veniva benedetta attraverso l’aspersione di acqua santa raccolta in sette diverse chiese, acqua nella quale venivano immersi, come ci ricorda De Nardis “tre granelle di frumento, tre foglioline d’olivo e tre cristallini di sale”.

La notte di San Giovanni rappresenta una notte di passaggio e di cambiamento anche per l’agricoltura. Dopo il solstizio d’estate si dava il via ai più importanti raccolti; ognuno di essi con l’influenza sulla vita e la sussistenza della comunità.

Nel giorno di San Giovanni vanno raccolte le noci per fare il NOCINO.

Guido Pasini

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