Alberto Marvelli

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Vissuto nel breve periodo che va dalla fine del primo conflitto mondiale al termine di quello successivo, Alberto Marvelli fu la dimostrazione vivente di ciò che un singolo uomo può fare, se sostenuto dal carisma e da sinceri propositi di altruismo.

Nato a Ferrara ma vissuto a Rimini per gran parte della sua esistenza, Marvelli ricevette dalla famiglia una solida formazione cattolica, ulteriormente rafforzata da esperienze di oratorio e presso L’Azione Cattolica. Dopo la liberazione d’Italia del ’45, il suo nome cominciò a divenire familiare presso le iniziative di carità e di assistenza sociale. Egli ricoprì di fatto numerosi incarichi pubblici volti a risollevare Rimini dal profondo disagio della guerra.

Il carattere di Alberto attirò le simpatie di tutti, qualunque fosse l’idea politica o sociale che li accompagnava. Tutto questo grazie al suo amore per il prossimo, alla preghiera e alla profonda abnegazione che lo contraddistingueva.

Tuttavia il fato gli riservò una sorpresa amara. Nell’atto di recarsi ad un comizio per l’elezione della prima Amministrazione Comunale, l’allora 28enne Marvelli morì investito da un autoveicolo militare. Diversi anni dopo, nel 1982, Giovanni Paolo II lo descrisse come modello da seguire per la gioventù cattolica di allora, durante il “Meeting per l’amicizia” svoltosi a Rimini.

Alberto Marvelli fu beatificato dallo stesso Wojtyła il 5 settembre 2004 a Loreto.

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