Dopo un pranzo (moglie brava cuoca, io buona forchetta: connubio perfetto) non proprio francescano, (vedi menù*) anche considerando quello del giorno precedente, per evitare l’abbiocco proposi ai miei figli di fare “due passi”.
La scelta cadde per un giro in centro, anche per evitare il caos che molto probabilmente avremmo trovato al mare.Abitando a Miramare prendemmo l’auto in direzione centro città. Parcheggiammo a fianco della Rocca Malatestiana, aiutati dall’immancabile “negretto”. La città era incredibilmente piena di gente, non di riminesi, ma piacevolmente di turisti; fatto che mi fece dire: finalmente hanno capito che Rimini non è solo mare. Ci incamminammo verso piazza Cavour costeggiando la protezione felicemente dipinta , posta a difesa del cantiere del Teatro.
La piazza era affollata e tanti bambini correvano spensierati.Prendemmo per via Sigismondo ed entrammo nella chiesa di San Giovanni Evangelista più nota come Sant’Agostino; i miei figli, Riminesi doc, non l’avevano mai colpevolmente visitata. Gli affreschi del Trecento Riminese troneggiano nell’abside e decorano il vicino campanile. C’erano altre persone e spiegai, ai miei figli, per sommi capi, cosa è stata la Scuola Riminese del Trecento.
Fra la “storie” raccontate c’è forse il primo documento storico per immagini della cronaca della città: c’è chi vi ravvisa il terribile terremoto che distrusse Rimini nel 1308. Nel suo interno è conservato un Crocifisso opera dello stesso autore chiamato dagli studiosi “Maestro di Sant’Agostino” ed inoltre c’è la tomba del Beato Alberto Marvelli. Uscendo prendemmo via Cairoli e attraverso via Pisacane arrivammo nella Vecchia Pescheria che attraversammo ritrovandoci sulla piazza Cavour, quindi imboccammo il Corso d’Augusto verso piazza Tre Martiri (la classica vasca); le donne si arrestavano spesso osservando le vetrine dei negozi – alcuni erano aperti – poi prendemmo via Mentana. Arrivammo nella piacevole e tranquilla piazzetta dei Teatini. “Facciamo una capatina in Duomo?” La proposta fu accolta benevolmente anche perché mio genero, essendo di Longiano e lì residente, non vi era mai entrato.
Sul sagrato del Duomo l’immancabile zingara con prole, con insistenza allungò la mano. Entrammo e l’immenso spazio, dominato dal Crocifisso di Giotto, ci accolse. Anche qui c’erano gruppetti di turisti. Cominciai a illustrare, al mio genero e ai miei figli per quel poco che conoscevo, i capolavori che ne sono parte integrante: il Crocifisso di Giotto, l’affresco di Piero della Francesca, i bassorilievi e gli angioletti (i putti) di Agostino di Duccio. Non mi accorsi che dietro a me si era formato un capannello di gente, una ventina di persone, che seguivano con interesse le mie spiegazioni. Una signora, che sembrava fungere da capogruppo, con accento spiccatamente toscano, mi rivolse alcune domande circa le varie cappelle e l’affresco di Piero della Francesca.
Per quel poco che sapevo risposi soddisfacendo la loro richiesta. “Scusate se vi abbiamo rubato la vostra guida.” “Non è la nostra guida…….è nostro babbo”. A questa risposta si fecero più coraggiosi e giù altre domande, mentre il gruppo si ingrandiva sempre più. Quindi la città come è raffigurata sul bassorilievo sormontata dal segno del cancro, la Rocca raffigurata nell’affresco di Piero della Francesca, le iniziali dei due amanti, gli elefanti tanto cari a Sigismondo, il sepolcro di Sigismondo e di Isotta, ed altre spiegazioni, fino a: “Grazie mille, ora dobbiamo andare, alle 17.00 abbiamo l’appuntamento per la visita alla Domus del Chirurgo” “Se avete tempo, andate a visitare gli affreschi del Trecento Riminese nella Chiesa di Sant’Agostino, vi indico sulla pianta dove si trova”.
Si era fatto tardi, ritornati alla macchina rientrammo a casa.
In auto tutti a ridere per il fatto che la gente aveva scambiato il babbo per una guida.
Menù del giorno*
- Nastrini ripieni
- Lasagne al pesto
- Costolette di agnello con granella di nocciole
- Insalata di funghi e carciofi
- Pizza umbra pasquale
- La cioccolotta Maina
- Corona dolce pasquale
- Nero di avola 2011 igt Li Raci
- Sangiovese Rubicone igt La Rosa dei venti
- Blanc Foussy Grande couvee rosa 2012
- Acqua Norda
Guido Pasini