Piero della Francesca

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Piero di Benedetto de’ Franceschi, noto come Piero della Francesca  nacque nel 1415 e morì nel  1492, parliamo di un pittore e matematico italiano, un personaggio emblematico e di chiave del Rinascimento italiano, nonché esperto e membro  della seconda generazione di pittori-umanisti.

Pensare a Piero della Francesca significa collegare con un filo sottile arte, geometria e un complesso sistema di lettura a più livelli, intervenendo in questioni teologiche, filosofiche e soprattutto d’attualità.

È possibile ricondurlo in un contesto di geometria  brunelleschiana, correlata con la plasticità di Masaccio, richiamante i colori di Beato Angelico e di Domenico Veneziano, con una  descrizione precisa e attenta alla realtà dei fiamminghi. La poetica di Piero della Francesca è quindi espressa nella sua geometria semplice ed essenziale,  nelle  composizioni e nei  volumi e lascia ampio spazio all’immobilità cerimoniale dei gesti, all’attenzione dei particolari. La sua produzione artistica, rigorosa e perfettamente prospettica, plastica e monumentale nella sua mobilità è funzione dell’uso della luce che influenzò radicalmente la pittura rinascimentale.

La formazione di Piero della Francesca avvenne in Borgo San Sepolcro, tra l’influenza fiorentina, senese e umbra. Negli anni quaranta Piero soggiornò probabilmente anche a Bologna.

Nel 1449 a Ferrara lavorò nel castello degli Estensi e nella chiesa di Sant’Andrea, ma oggi non ne resta traccia. Qui forse fu contaminato da Rogier van der Weyden, il contatto con i fiamminghi è evidente nell’uso della pittura a olio.

Nel 1451 si spostò a Rimini, fu chiamato da Sigismondo Pandolfo Malatesta e lavorò al Tempio Malatestiano dove realizzò  l’affresco votivo monumentale con San Sigismondo e Sigismondo Pandolfo Malatesta; è proprio di questo periodo la conoscenza con Leon Battista Alberti.

Piero della Francesca fece testamento il 5 luglio 1487, dichiarandosi “sano nello spirito, nella mente e nel corpo”. Il Vasari ci racconta che venne colpito da una grave malattia agli occhi che gli impedì di lavorare e la morte sopraggiunse il 12 ottobre 1492, nel  giorno della scoperta dell’America.

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