Renato Zavagli Ricciardelli delle Caminate, nato a Rimini nel 1909 e meglio conosciuto con il nome di Rene Gruau, è stato un illustratore di moda, la cui carriera ha visto collaborazioni con prestigiose riviste francesi e persino richieste di partecipazione dal mondo del cinema, Hollywood compresa. Basti pensare che il manifesto del film “La dolce vita” di Federico Fellini è opera sua.
Visse a Rimini soltanto nel periodo della sua giovinezza e durante le stagioni estive. In tale periodo apprese i primi rudimenti pittorici dall’artista riminese Gino Ravaioli, che rimase colpito dai suoi disegni; di innato talento, egli non frequentò mai scuole artistiche, ma fin da piccolo disegnò moltissimo, traendo spunto, in particolare, dalle riviste di moda della madre. Di nascita parigina, la madre Marie Gruau, con la sua passione per la vita mondana e l’eleganza, influì notevolmente sulle scelte artistiche del figlio: separatasi ben presto dal marito, si trasferì con lui a Milano e nella capitale francese.
La carriera artistica di Gruau si sviluppò a partire dagli anni ’30 nel campo della moda: in particolare egli si dedicò all’ideazione di copertine di importanti riviste del settore e di manifesti pubblicitari per le grandi case parigine, fra cui, a partire dal secondo dopoguerra, la maison Dior. Con questa diede vita ad un lungo sodalizio artistico, che si ripetè per qualche altra importante ditta, fra cui l’industria tessile italiana Bemberg. Dal secondo dopoguerra divenne uno dei più ricercati ideatori di immagini pubblicitarie, grazie alle sue figure raffinate e sorridenti – di sovente create da una linea estremamente evocativa che ne traccia la sola silouhette – ed ai tre colori dal lui prediletti, ovvero bianco, nero e rosso.
Autodefinitosi un uomo “nato con la matita in mano”, il suo stile, caratterizzato dall’utilizzo di tinte sature e tratti allungati di tendenza espressionista e trasudante un’atmosfera cupa, si distinse immediatamente da tutti gli altri e trovò una degna valvola di sfogo, come già detto, nella pubblicità e nella cartellonistica. Peculiare dello stile di Gruau è l’inquadratura della figura, l’esposizione in primo piano del soggetto e lo sfruttamento delle linee diagonali al fine di concentrare l’attenzione dell’osservatore in punti prestabiliti.
Nel corso della sua carriera, come già menzionato, collaborò a diverse riviste quali Eva, Dea, Sovrana, Bellezza e Donna e alternò la sua attività fra l’Italia e Parigi, permettendo inoltre agli aspiranti stilisti italiani di mantenere i rapporti con la Francia anche durante il secondo conflitto mondiale.