Sigismondo Pandolfo Malatesta, meglio noto come il lupo di Rimini nasce a Brescia il 19 giugno 1417, è noto perché fu signore di Rimini e Fano e venne considerato un personaggio audace e un condottiero militare che ha contribuito a segnare la storia italiana nelle numerose battaglie che caratterizzarono quel periodo.
Sigismondo portò a Rimini l’arte attraverso un gruppo di artisti e letterati, amante dell’arte in ogni sua forma e bellezza.
La sua forte personalità lo spronò in grandiosi progetti, la sua sete di potere lo rese spregiudicato in guerra, attirando a se numerose inimicizie. Citiamo, infatti, la perenne guerra con il rivale, Federico da Montefeltro, che da Urbino governava la città di Pesaro, con la quale il Malatesta avrebbe potuto unificare i suoi territori.
Purtroppo questo grandioso progetto di riunificazione non fu mai realizzato e, scomunicato da papa Pio II, Sigismondo Pandolfo fu letteralmente colpito, perdendo gran parte dei suoi territori e finendo senza gloria.
Ribellandosi al Papa, fu completamente isolato e mancante di ogni protezione diplomatica. Nel 1460-1462 fu richiamato da Pio II in seguito alle ripetute disubbidienze, la sua cocciutaggine lo condusse alla scomunica, nel giorno di Natale del 1460.
Come abbiamo già accennato Sigismondo Pandolfo Malatesta fu anche poeta e amante d’arti. Le promozioni artistiche e culturali furono spesso assai ambiziose e dispendiose, miravano all’esaltazione della sua immagine personale e di tutta la sua dinastia.
La sua strategia condusse al conio di medaglie, che venivano donate proprio come ritratti o dipinti. Pisanello, Matteo de’ Pasti, furono gli artisti che fecero rivivere il contesto imperiale della moneta antica con la propri effigie gloriosa.
La corte di Sigismondo fu colma di artisti e degli architetti più qualificati e all’avanguardia, sulla scena italiana. L’obiettivo era portare a termine due progetti:
- la fortificazione di Castel Sismondo, la residenza fortificata familiare, nella quale intervenne anche Filippo Brunelleschi
- la ricostruzione della vetusta chiesa di San Francesco, divenuta poi il Tempio Malatestiano.
Nel campo letterario, bisogna annoverare che partorì numerosi trattati bellici, nelle opere di sintesi di Roberto Valturio.