Cagliostro a San Leo
Tra le mura della Rocca di San Leo (RN) è stato imprigionato Cagliostro (Giuseppe Balsamo), alchimista e avventuriero, condannato dalla Chiesa Cattolica al carcere a vita per eresia. La cella si può visitare è misera, senza porta, di appena 10 metri quadri e con una piccola finestrella. Sui muri si possono trovare disegni di ispirazione religiosa. Cagliostro è stato imprigionato dal 1791 al 1795, anno di morte.
Sicuramente la leggenda più conosciuta del territorio riminese è proprio quella di Azzurrina. Si narra che all’interno del Castello di Montebello (RN) ci sia ancora oggi il fantasma di Azzurrina, figlia di Ugolinuccio di Montebello e Costanza Malatesta, bambina albina, con gli occhi color cielo e capelli chiari con riflessi azzurrini. Un giorno, in circostanze misteriose, la bambina sparì. Le guardie dissero che mentre giocava la palla le scivolò via e lei le corse dietro fino alle scale della ghiacciaia sotterranea, poi tutto ad un tratto si sentì un urlo e poi più niente, Azzurrina non c’era più. Il padre condannò a morte i guardiani. Si dice che i genitori per proteggerla dalle accuse di stregoneria (la superstizione del tempo collegava l’albinismo con eventi di natura diabolica) la tenessero chiusa nel castello, sorvegliata dalle guardie per essere protetta dai giudizi della gente. Da allora si iniziarono a sentire strani rumori, voci e presenze misteriose all’interno del castello.
Nicola Gambetti
Taumaturgo, alchimista e si dice fosse dotato di particolari poteri di guarigione. La leggenda ci racconta che riuscì a far partorire dopo tante difficoltà la Regina Margherita di Savoia che per questo lo nominò medico.
Leggenda di Maioletto
La leggenda vuole che la Rocca di Maioletto e il borgo siano stati distrutti da una frana nel 1700 come punizione divina per dei “balli angelici” (balli pagani orgiastici) che si tenevano all’interno delle mura per lo più in tempo di Quaresima.
Folletto della mitologia e del folclore romagnolo. La tradizione racconta del folletto come un esserino che credeva di trasformarsi in un uomo per coricarsi con le donne, dando attenzioni a quelle più disponibili e facendo dispetti a quelle che non lo volevano.
Vaccarina da Rimini
Vaccarina era una vecchia di povera condizione della quale tale Matteo Angelini, barbiere, in data 15 aprile 1587 scrive: “La Vaccarina, vecchia, fu abbrugiata per strega”. La testimonianza è alquanto stringata: forse, all’epoca della caccia alle streghe, le vecchie arse al rogo non rappresentavano un fatto degno di nota. Specie se, come a Rimini in quei mesi, la popolazione era stremata dalle carestie e dalle epidemie e cercava un capro espiatorio da incolpare per le proprie sofferenze.
Paolo e Francesca
Gli amanti del V canto dell’inferno della Divina Commedia di Dante la cui tragedia si dice sia stata consumata nel Castello di Gradara. Lei è Francesca da Polenta, sposa di Giovanni Malatesta, lui è Paolo detto il bello. Si narra che Paolo e Francesca, leggendo estasiati la storia segreta tra Lancillotto e Ginevra, si baciarono ma vennero sorpresi da Giovanni, marito di Francesca e fratello di Paolo, che con un colpo di spada tolse la vita ad entrambi.
La leggenda narra, infatti, che al largo della costa tra Gabicce e Cattolica ci sia un’antica città sommersa dal mare: la città di Valbruna, l’Atlantide dell’Adriatico. Di origine romana, la città sarebbe sprofondata negli abissi in tempi remoti.
Il Sentiero delle Streghe
A San Marino tra la prima e la seconda torre ci si imbatte in un ponte di pietra merlato sospeso sulla cresta della rupe. Qui, la leggenda narra che le streghe si incontravano ogni notte fino a quando una sera arrivarono dei soldati che fecero una strage. Nessuno sapeva che anche la principessa del castello era una strega e che anche lei si incontrava con le altre per fare strani ma innocui riti. Quella sera all’arrivo dei soldati la principessa si gettò dalle mura facendo un urlo penetrante e acuto. Si dice che ancora oggi nelle fredde notti d’inverno, alle 5 del mattino si senta ancora l’urlo e il pianto della principessa.