Giovanni da Rimini fu il principale esponente della scuola di pittura Trecento di Rimini. Il suo nome compare in scena intorno al 1292. Non abbiamo date certe inereti la data ufficiale della sua nascita ma studiosi ed esperti la collocano intorno al 1270.
La personalità di Giovanni da Rimini non tardò a venir fuori, sappiamo che agli inizi della carriera alternò il mestiere di artista con quello di agricoltore, era intatti solito affittare un podere a Sant’Ermete. Alcune fonti ci riportano che nei primi anni del nuovo secolo venne in contatto con Giotto e forse collaborò con lo stesso.
In questo contesto il Vasari, ci conferma lo stretto collegamento tra Giotto e la città di Rimini, nel soggiornare ed operare.
In una carta del 1300 si riporta che Giovanni da Rimini è appellato dicitura “magister”, qualifica data ai pittori professionisti, nello stesso documento si evidenzia la sua locazione sia come dimora che come bottega, situata nella contrada di San Giovanni Evangelista, proprio vicino alla chiesa di Sant’Eufemia.
Stando alle fonti storiche Giovanni aveva tre fratelli pittori: Foscolo era il maggiore, il più anziano, mentre Giuliano e Zangolo erano i più piccoli.
La famiglia aveva realizzato con la collaborazione di tutti i fratelli di un piccolo atelier che è stato reso noto dai famosi cicli di affreschi in Sant’Agostino. La critica ha riconosciuto lo stile di Giovanni anche se del pittore resta un’unica opera firmata: il Crocifisso di Mercatello.
Il Cristo ha una forma allungata ed esile, all’estremità della croce, in alto, ritroviamo la figura di Cristo giudice, mentre ai lati si riportano le figure della Maddalena e di San Giovanni Evangelista. Il crocifisso reca la firma dell’artista, “Iohannes pictor”.
Presso il museo di Rimini è esposto un analogo crocifisso dell’artista, che però si differenzia dallo sfondo scuro della croce, anziché d’oro.
Correlando le affinità stilistiche gli sono state attribuite altre opere, tra cui l’essenziale Crocifisso dei Musei riminesi. Nel 1338 si riporta l’ipotetica data di morte, in uno degli ultimi documenti ufficiali che lo vedono protagonista.