Antico mestiere, praticamente scomparso, è quello del materassaio. A Rimini c’era Giuseppina e questo è il racconto di Lucia Pazzagli, la figlia, che ringraziamo per aver condiviso con noi questi aneddoti!
Giuseppina, (1915-2010) detta Pina, era nota come “La materassaia di via santa Chiara”, e nel dopoguerra cominciò a svolgere questo lavoro, che la portava in giro nelle case a rifare i materassi.
Ricordo che all’occorrenza caricava sulla bicicletta un attrezzo con i chiodi con cui cardava la lana. Era molto popolare in un periodo fatto di passaparola, i primi anni senza neanche il telefono di casa.
Era una società più genuina e solidale, con persone che avevano vissuto la guerra da sfollati e avevano visto le bombe e i soldati morti nei fossi. Alcuni materassi li faceva a casa, quando ero ragazzina l’aiutavo cucendo il “buco” del materasso dopo che era stato riempito con la lana.
Una volta i materassi e i cuscini erano fatti di lana di pecora, periodicamente si eseguiva la manutenzione del materasso perché restasse ben pulito e soffice nel corso degli anni.
Le massaie scucivano il materasso, toglievano la lana e la cardavano con una speciale cardatrice che con appositi ferri aguzzi e ricurvi toglievano ogni impurità alla lana e la rendevano di nuovo morbidissima.
A questo punto veniva confezionato una federa con tessuto nuovo e riempito della lana pulita e cardata. In ultimo la materassaia eseguiva la trapunto tutto intorno ai bordi superiori e inferiori del materasso, nonché ad opportuni intervalli nel centro.
Con l’avvento dei materassi a molle questo mestiere è sparito.