Da San Leo a Bagno di Romagna

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Romagna, terra di motori e di motociclisti: qui, si va su due ruote, ancor prima di venire al mondo. Pensate che io stia esagerando? Beh, allora vi dirò che, per quanto mi riguarda, questa affermazione corrisponde al vero dato che, già nella pancia della mia mamma, andavo al Valico di Viamaggio, su un bel Laverda guidato da mio babbo!

Ovvio che, noi aitanti bimbi romagnoli, nasciamo e cresciamo con la fissa delle due ruote, maschi e femmine indistintamente. Già da adolescenti inizia la nostra lotta per ottenere il motorino, con cui poi scorrazzeremo in ogni dove,insiemeagli amici: badate bene… il “motorino”, non lo scooter.

Nel resto d’Italia si va in scooter, in Romagna si va via in motore o motorino. La mia grande fortuna è stata trovare un ragazzo, ora marito, a propria volta appassionato di moto. Vi dirò, noi abbiamo anche provato a mettere la testa a posto, restando senza moto per una stagione intera… ma è stata una delle estati più lunghe e snervanti della nostra vita. Perciò, dopo esserci nuovamente “motomuniti”, siamo ripartiti con i nostri fine settimana d’esplorazione, alla volta della Romagna e delle zone limitrofe.

Non c’è nulla da fare, i centri commerciali e le spese compulsive, non possono competere con  il profumo dell’asfalto, l’emozione delle curve, l’unicità di sentire l’aria addosso, ammirando e vivendo in prima persona il paesaggio ed il territorio. Se proprio dobbiamo fare spese pazze, meglio devolvere le nostre quote al benzinaio…

Dato che la nostra amata terra di Romagna, ha davvero tanto da donarci, a livello di paesaggi, borghi, cittadine, santuari, castelli, passi, vorrei suggerirvi alcuni degli itinerari che, io e mio marito, abbiamo a più riprese provato. Naturalmente, sta alla vostra fantasia di centauri, prendere i miei suggerimenti e “miscelarli”, in modo da creare sempre nuovi percorsi.

Per la proposta di oggi, voglio partire dal presupposto secondo cui, il motociclista che parte da casa, con l’idea di andare “solo a prendere un caffè a Viamaggio”, in genere rientra dopo tre ore e 250 km all’attivo… peccato che, in realtà, la persona in questione, abiti al massimo a 40 km dal Valico. Se consideriamo un totale di 80 km, tra andata e ritorno, la domanda sorge, allora, spontanea: ma da dove diamine sono usciti fuori i restanti 170 km? La risposta al quesito è: nella fantasia e nell’improvvisazione di cui, ogni centauro è dotato. Nella voglia matta di asfalto che ci incolla a quella benedetta sella.

L’itinerario che ho in mente, parte alla volta di San Leo, meraviglioso e pluripremiato borgo romagnolo, che si trova a cavallo tra Valmarecchia e Montefeltro. Un pittoresco paese, dominato dall’imponente Forte, riedificato dall’architetto senese Francesco di Giorgio Martini, per volere di Federico da Montefeltro.

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Potete arrivare fino al cuore del borgo, dove vi sono parcheggi liberi per le moto e, senza indugi, visitare gli interni della rocca, un vero e proprio agglomerato di storia e misteri dove, in passato, furono imprigionati Felice Orsini e il Conte di Cagliostro. Imperdibili i saloni in cui potrete ripercorrere gli eventi legati a questi personaggi, le sale d’armi e gli strumenti di tortura, in mostra nelle segrete. Soffermatevi sugli affacci mozzafiato sulle vallate circostanti e percorrete i bei cortili interni, che vi permetteranno di godere al meglio la struttura della fortezza.

Tornando verso il borgo, passeggiate senza meta lungo i bei vicoli acciottolati, senza perdere la visita dell’antica Pieve di Santa Maria Assunta, del Duomo romanico di San Leone e, se volete ammirare un bel panorama, salite sulla Torre Campanaria; potete poi raggiungere il Belvedere, per sedervi e riposare nei vasti giardini, prima di risalire sulla vostra moto.

A questo punto, vi avviso, preparatevi perché, il mio itinerario, vi porta dalla parte opposta rispetto San Leo, in un borgo dell’Appennino Tosco-Romagnolo, famosissimo centro termale: Bagno di Romagna.

Sì, sì, lo so. Mi sembra di sentirvi mentre, cartina alla mano, vi chiedete inorriditi se io sia completamente impazzita, a trascinarvi da tutta un’altra parte rispetto la Valmarecchia. Ma, se ci pensate, avevo premesso che, questo itinerario, si sarebbe basato sulla massima “esco per un caffè e faccio 250 km”. Quindi seguitemi fiduciosi.

Da San Leo, vi consiglio di tornare verso la Via Marecchiese scendendo lungo la strada che passa dal Convento di S. Igne, da cui potrete godere di una panoramica d’autore sul Forte: da questo lato, infatti, la struttura architettonica si fonde con la nuda roccia, un vero e proprio sistema di difesa naturale. Uscirete all’altezza di Secchiano. Da qui proseguite per Novafeltria, Perticara, Sant’Agata Feltria e scendete fino a Sarsina: un bel tratto di strada che, soprattutto in primavera, vi riempirà gli occhi di colori scintillanti.

A questo punto non prendete la E45, seguite la vecchia strada che collega Sarsina a Bagno di Romagna, passando da Quarto e San Piero in Bagno: ve la godrete molto di più, rispetto al noioso rettilineo della E45!

Bagno di Romagna è un borgo pre-appenninico davvero bello. Certo, è perlopiù conosciuto per i tanti hotel, che offrono pacchetti termali di prim’ordine ma, personalmente, ne apprezzo la suggestiva accoglienza, i vicoletti acciottolati circondati da eleganti palazzi signorili, la centrale Piazza Ricasoli, su cui si affaccia la Parrocchiale di Santa Maria Assunta e su cui convergono tutte le vie, del piccolo centro storico. Amiamo molto questa località, per noi resta un punto fermo durante il nostro vagabondare in moto, soprattutto perché, proprio da qui, parte la strada che porta al Passo dei Mandrioli, la quale collega Bagno di Romagna a Badia Prataglia.

Bagno di Romagna è, tra le altre cose, un luogo davvero magico, abitato da gnomi e folletti: dal parco cittadino, posizionato sul lungo fiume, parte un affascinante percorso nel bosco, che porta alla scoperta del villaggio degli gnomi; un sentiero piacevole ed incantato, che permette di conoscere meglio queste buffe creaturine e le loro vite. Chissà, se siete fortunati ne potreste persino avvistare qualcuno…

Per il viaggio di rientro, vi consiglio di percorrere la stessa strada fino a Sarsina, per proseguire poi fino a Mercato Saraceno e salire verso il Passo del Barbotto, che vi ricollegherà a Perticara, Novafeltria e, di conseguenza, alla Via Marecchiese.

Mi raccomando, popolo delle due ruote, tenete a mente una cosa fondamentale: tralasciando il casco in testa e le luci sempre accese, anche di giorno (ciao Nico!)… IL SALUTO! Quello, ragazzi, è d’obbligo!!!

Claudia Barbieri, da vocedelverbopartire.blogspot.com

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