Cari amici delle due ruote, direi che la primavera è finalmente arrivata! Questo bel clima non lascia adito a dubbi: l’ariettina rigida e pungente, le “cinquanta sfumature di nebbia”, l’umidità persistente. Ogni cosa fa pensare a lunghe giornate da trascorrere in moto, insomma.
Fortunatamente, chi ha questa passione, non si lascia facilmente scoraggiare dai capricci climatici. Al massimo, poi, si fa i conti con tosse, raffreddore e forme influenzali varie, ma alla moto non si rinuncia! Parola di “zavorrinabatterilogica”, reduce da una gita giornaliera al Lago Trasimeno, che ha previsto 380 km di asfalto, con annesse visite, nonostante i microbi ospiti del mio corpo. E dire che la moto ha solo due posti: eppure domenica scorsa c’era un grosso sovraffollamento sulla nostra Honda!
Stavo pensando in questi giorni a quale itinerario alla scoperta della Romagna proporvi e, immediatamente, mi è balenata davanti agli occhi un’immagine: quella della Diga di Ridracoli, una vera e propria immersione nella natura appenninica e, nello specifico, nel Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi Monte Falterona e Campigna.
Ridracoli è raggiungibile in diversi modi ma, ovviamente, per gli amanti delle due ruote, consiglio di salire a Novafeltria, proseguire per Sant’Agata Feltria, scendere a Sarsina quindi, da qui, raggiungere San Piero in Bagno utilizzando la vecchia strada che passa da Quarto. A San Piero in Bagno inizia la panoramica tratta di collegamento con Santa Sofia, il Passo del Carnaio, con ampi tornanti davvero meravigliosi. Anticamente il valico, voluto dal Granduca Francesco Leopoldo II, aveva il compito di unire Bagno di Romagna a Rocca San Casciano, collegandosiai valici Forche e Centoforche, (ancora utilissimi passaggi per raggiungere il Muraglione!).
Imperdibile una sosta caffè al bar del passo… oppure un assaggio della cosiddetta “gnocca del motociclista”. Ora, miei cari amici centauri, io vorrei anche spiegarvi a grandi linee di cosa si tratta, ma non so se sarò all’altezza. Facciamo così: ci provo, poi voi andate personalmente a chiedere informazioni dettagliate, ai proprietari del locale. Non vi darò la ricetta (perché nonostante il mio cognome, Barbieri, non ho nemmeno l’unghia del mignolo da spartire col noto chef), vi dico solo che, questo salato stuzzichino è una sorta di compensazione, pare, per il fatto che le donne spesso non vogliono seguire i propri compagni, nelle uscite in moto. Ora, premettendo che la spiegazione mi ha raggelata (capirete che, oltre ad un attacco di femminismo acuto, mi è pure preso un colpo pensando ad uno scenario tanto improbabile), devo dire che gli assaggini sono veramente gustosi. Infine, vorrei far notare che la moto è anche donna, ma proprio tanto: quindi basta con questi luoghi comuni!
Una volta raggiunta Santa Sofia, è semplice seguire le indicazioni per Ridracoli e per Idro, l’Ecomuseo delle Acque di Ridracoli. L’arrivo in diga a mio avviso è sempre emozionante: prima di tutto, le moto possono raggiungere l’invaso godendo, così, anche dell’ultima parte di strada che, altrimenti, si percorrerebbe col bus-navetta, incluso nel prezzo del biglietto; poi c’è da dire che, dopo i tornanti immersi nel verde e il passaggio attraverso il tunnel, uscire all’improvviso e trovarsi davanti le acque turchesi del lago di Ridracoli, è una meraviglia indicibile.
Vi consiglio una cosa: mettete scarpe ed abiti comodi, perché in diga ci sono tante cose da fare, per trascorrere del tempo a stretto contatto col rigenerante, silenzio della natura: navigare sul lago con i battelli elettrici, accompagnati dalle spiegazioni delle guide autorizzate, oppure uscire in canoa; fare escursioni fino al Rifugio di Cà di Sopra, o alla Foresta della Lama; godersi pic-nic rilassanti; infine, ovviamente, è imperdibile una visita al museo interattivo Idro.
A Giugno di ogni anno, in occasione della Festa dell’Acqua, l’ingresso in diga, al museo e l’escursione in battello, sono completamente gratuite; per conoscere la data vi consiglio di seguire la pagina Facebook della Diga di Ridracoli, oppure accedere al loro sito, per avere aggiornamenti a proposito di questo e di tutti i numerosi eventi, organizzati nei mesi di apertura.
La grandiosa opera ingegneristica, venne costruita a partire dal 1975, con un lavoro che impegnò un numero elevatissimo di operai, fino al completamento nel 1982. L’acquedotto risale, invece, agli anni Sessanta. La scelta di questa zona dell’Appennino non fu di certo casuale: un paese lontano da fabbriche e da qualsivoglia forma di inquinamento; un terreno già di per sé particolarmente impermeabile; acque potabili e chimicamente buone. Insomma, il luogo ideale in cui creare un serbatoio d’acqua per la Romagna! In particolare per rifornire la riviera adriatica durante l’alta richiesta dei mesi estivi.
Una volta terminate le vostre visite, vi consiglio di proseguire verso il Passo della Calla, un modo decisamente grandioso per concludere questa giornata a contatto con i colori ed i profumi di Ridracoli! Gli ampi tornanti panoramici sulle Foreste Casentinesi, alternati a passaggi attraverso dei“tunnel boschivi”, sono imperdibili, specialmente durante le lunghe giornate estive, durante le quali si può approfittare della luce presente fino a tardi, che rende diverso il paesaggio ad ogni mutamento di intensità.
Nell’antichità il Passo della Calla era una semplice mulattiera, utilizzata per collegare la Valle del Bidente al Casentino, con lo scopo di trasportare legname verso Firenze; attorno agli anni Trenta del XX secolo, venne aperta una vera e propria strada…che noi motociclisti oggi ci godiamo ampiamente! Io vi consiglio una “sosta panino con la finocchiona” in località Campigna: una cena veloce e gustosa prima del rientro verso casa.
Insomma, una giornata all’insegna di natura, paesaggi, escursioni, moto. Farcita con “gnocca del motocilista” e panino con la finocchiona; e, possibilmente, impacchettata con continui e sentiti saluti d’obbligo, rivolti a chi, come voi, sa godersi la vita sulle due ruote.
Claudia B. vocedelverbopartire.blogspot.com