Verso Il Muraglione: Da Castrocaro Terme a Portico di Romagna

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Cari amici delle due ruote, stavo recentemente riflettendo su quanto vasta sia la proposta di visite nella nostra amata terra di Romagna. No, non si tratta di una “sviolinata”, si tratta di pura realtà.

Abbiamo la fortuna colossale di vivere su un crocevia di regioni, Emilia Romagna-Marche-Umbria-Toscana, tutte facilmente raggiungibili attraverso passi appenninici, strade costiere e vie panoramiche immerse nella natura. Se a questo aggiungiamo la presenza di borghi, rocche, santuari, cittadine, riserve naturali, direi che i percorsi di mototurismo sono quasi infiniti!

Per questo motivo, oggi, voglio sottoporvi la rivisitazione di un itinerario che ho da poco inserito anche nel mio blog, soprattutto perché desidero presentarvi un’eccellenza del nostro territorio.

State tranquilli, si tratta di una cosina semplice, non abbiate tutta questa paura! So che, solitamente, vi presento tratte articolate e massacranti, ma non sono una persona tanto cattiva come posso sembrare. La realtà è che mi disegnano così feroce!

Dai su, cosa volete che vi possa mai fare? Sono una “piccoletta” di 1,57 mt, che frega persino sull’altezza dichiarata nel passaporto! La mia indole assassina la mostro solo quando toccano il mio beniamino in MotoGp, di cui non svelerò l’identità, perché nessuno la gradirebbe. Altrimenti sono diversamente buona.

Ma voi, aitanti centauri, non dovete temermi, perché ogni mia proposta ha il solo scopo di darvi un’idea in più per andare alla scoperta della Romagna, con la vostra moto. Oggi, si va al Passo del Muraglione, facendo sosta in due angoli meravigliosi della nostra regione, Castrocaro Terme e Portico di Romagna.

portico di romagna

C’è solo un neo nel mio programma: per necessità logistiche all’andata, oppure al ritorno, dovrete fare la statale fino a Forlì e, una volta qui, seguire le indicazioni per Castrocaro Terme-Terra del Sole. So che non è il massimo come tratta ma, credetemi, ne vale la pena.

Il borgo di Castrocaro è piccolo e grazioso ma, ciò che lascia assolutamente senza fiato, è l’imponente e straordinaria Fortezza, di cui vi consiglio vivamente la visita guidata, gestita dal castellano, nonché direttore del sito, Elio Caruso. Per gli orari vi suggerisco di contattare lo IAT di Castrocaro Terme, per e-mail, pagina Facebook, oppure telefonicamente.

fortezza di castrocaro terme

Il Girone è la parte più antica dell’intera struttura, databile a prima del X secolo; la Rocca, edificata tra il Duecento ed il Trecento, racchiude la Corte, il Palazzo del Castellano, la Torre e la Chiesa di Santa Barbara; infine, a rappresentare una vera e propria eccezione non solo in Romagna, ma in tutta Italia, vi sono gli Arsenali medicei, architettura fortificata del Cinquecento, che ricorda le strutture mediorientali incassate nella pietra. A breve, aprirà il percorso di visita all’interno di questo baluardo difensivo.

Accedere alla Rocca è un’esperienza unica nel suo genere, in quanto si passa attraverso secoli di aneddoti storici avvincenti, storie mozzafiato, ammirando un percorso espositivo degno di nota, in cui a guidarvi sarà la maestria narrativa del castellano: assisterete ad un film storico in 3d!

Terminata la visita potete ripartire alla volta del Passo del Muraglione, questa volta senza interruzioni: Dovadola, Rocca San Casciano, Portico di Romagna e San Benedetto in Alpe; poi su fino al verdissimo valico appenninico, da cui si godono panorami mozzafiato sui boschi o, in alternativa, sul parterre di moto. A voi centauri l’ardua scelta…

Non crediate che mi sia scordata la seconda tappa di giornata: dopo esservi debitamente riposati, ristorati a suon di pane toscano e finocchiona, rifatti gli occhi sul panorama, respirato a pieni polmoni i gas di scarico, avviatevi fiduciosi verso il pittoresco borgo medievale di Portico di Romagna.

Parcheggiate nel grande slargo fuori dal paese, poi godetevi gli scorci meravigliosi che vi aspettano, silenziosi e sonnolenti. Un nucleo accogliente, fatto di eleganti palazzine con pietra faccia a vista, racchiuso nello scrigno verdissimo del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi Monte Falterona e Campigna.

Perdetevi lungo gli affascinanti vicoli lastricati, che collegano i “piani” in cui è diviso il paese. Nella parte alta troverete la Pieve, il Palazzo del Podestà, la Torreantica vestigia del Castello; nella parte centrale del borgo i palazzi nobiliari dove, secondo la leggenda, Dante si innamorò di Beatrice; lungo il fiume, poi, le case che, nel Medioevo, appartenevano a popolo ed artigiani, dove si trova anche il caratteristico ponte a schiena d’asino… una cartolina.

A questo punto, per il rientro, avete due possibilità: o fate i noiosi e tornate da dove siete venuti…; oppure, se siete rock, potreste arrivare fino a Rocca San Casciano, girare in direzione Galeata e divertirvi (usando la testa, ovviamente), attraverso i variopinti Passo Forche ePasso Cento Forche, fino a Santa Sofia.

Salite, quindi, verso il Passo del Carnaio che vi ricollegherà a San Piero in Bagno, da cui è possibile raggiungere Sarsina, Sant’Agata Feltria, Novafeltria e, infine, come nel gioco dell’uva: ognuno a casa propria!

Rileggendo il testo, mi sono accorta di aver inizialmente affermato che vi avrei proposto un itinerario semplice. Fortunatamente non ho aggiunto l’aggettivo rilassante! Si, va bene, forse anche questa volta mi sono lasciata prendere la mano e ho esagerato ma, a mia discolpa, posso solo dire che questo percorso è davvero bellissimo.

Scrivo e, vi garantisco, posso sentire il profumo della natura e dell’asfalto; posso vedere i colori vividi della primavera; posso sentire una voce che narra storie del passato; posso ammirare scorci pittoreschi… E mi viene voglia di saltare in sella per partire subito, in modo da ritrovare questi angoli della mia amata Romagna!

Quindi, cari amici delle due ruote (e non, perché i miei itinerari si possono seguire anche in auto), non resta altro che provare per credere!

Ho solo un’ultima nota estemporanea, da fare… Il mio professore di letteratura diceva questa frase: “Peste colga chi non ha studiato Dante!”. Lo so che state pensando: “Cavolo dice questa? Adesso cosa centra Dante”.

Nulla, lui non centra nulla. Ma la peste si: “Il saluto, centauri, è d’obbligo… Peste colga chi non saluta i propri simili motomuniti!”.

Claudia B. da www.vocedelverbopartire.blogspot.com

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