E’ cura del Consiglio Grande e generale eleggere i capitani Reggenti dal lontano 1945, mediante una normalissima elezione per iscritto, ove ciascun membro riporta esplicitamente due nomi.
Una volta ottenuta la nomina i capitani reggenti restano in carica 6 mesi; il tutto ha inizio con una cerimonia in chiave civile e religiosa, mentre le elezioni infatti vengono ripetute la metà di marzo e la metà di settembre di ogni anno.
I Capitani Reggenti si identificano quindi come i capi, le colonne portanti della Repubblica di San Marino ed esercitano collegialmente questa funzione. Allo stesso tempo assumono anche il ruolo di governatori in quanto presiedono il Congresso di Stato e regolano i lavori del Consiglio Grande e Generale, il cuore legislativo dello Stato.
Quali sono le prerogative dei Capitani Reggenti?
Cerchiamo di stilare una lista di facile comprensione:
- hanno diritto al titolo di Eccellenza
- non possono essere tradotti in giudizio
- non possono essere soggetti ad atti esecutivi di alcun tipo.
La piena fiducia dei cittadini e di tutti gli organi della Repubblica di San Marino è nelle mani dei capi dello Stato, i supremi garanti dell’ordinamento costituzionale della Repubblica di San Marino, che vigilano sul funzionamento dei poteri pubblici e delle istituzioni dello Stato e sulla conformità delle attività e delle funzioni relative alla dichiarazione dei Diritti dei cittadini e dei principi fondamentali dell’ordinamento sammarinese e alle norme vigenti. (articolo 2, Legge Costituzionale n.185/2005)
Per essere eletti Capi reggenti è necessario godere di alcune caratteristiche essenziali: In primis bisogna essere consiglieri e, quindi avere un età maggiore dei 25; fondamentale è non aver ricoperto la carica nei tre anni precedenti e ovviamente il possedimento della cittadinanza sammarinese originaria. Senza ombra di dubbio è necessario non avere pendenze con la giustizia.
Per il resto il buon senso civico ed il rigore morale sono valori che indubbiamente indirizzano in una scelta così delicata e selettiva, in quanto la guida di un popolo e di uno stato è pur sempre una responsabilità piena che va assolta con logica, criterio, ma soprattutto rispetto.