Palazzo Lettimi era uno dei palazzi rinascimentali di Rimini più prestigiosi, fu una residenza nobiliare, ma un’attuale ferita aperta, dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, inflitti alla città.
Il palazzo fu costruito agli inizi del Cinquecento, voluto da Carlo Maschi, uomo di governo e magistrato che rivestì svariate cariche pubbliche, di famiglia originaria di Sant’Agata Feltria, che ricevette molti onori per i servizi resi ai Pontefici e all’Imperatore.
Guglielmo Maschi, fu l’iniziatore delle fortune della famiglia e successivamente il nipote Carlo Maschi si stabilì definitivamente a Rimini, dove era presente, all’epoca, la famiglia Malatesta. Egli fece costruire, questo palazzo, che oggi presenta un portale con formelle a bugna arricchiti dei simboli araldici della rosa quadripetala malatestiana e del diamante dei Bentivoglio, che ricordava, probabilmente un’unione matrimoniale fra le famiglie, un palazzo molto alto per l’epoca situato vicino all’allora Piazza della Fontana (oggi Piazza Cavour).
Successivamente, quello che oggi chiamiamo Palazzo Lettimi, passò alla famiglia Marcheselli e fu proprio Carlo Marcheselli, nel 1570 che commissionò la decorazione del salone del piano nobile a Marco Marchetti, all’epoca conosciuto per aver lavorato al Palazzo Vecchio di Firenze.
Quest’ultimo realizzò una decorazione raffigurante le imprese di Scipione in Spagna durante la Seconda Guerra Punica e un fregio, andato perso, posto in una lunga striscia sotto il soffitto. Alcune delle tavole che furono realizzate andarono perse durante i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, sette di undici sono oggi conservate nel Museo della Città di Rimini.
Caratteristiche cinquecentesche della struttura sono il muro a scarpa, unito alla parete con un cordolo in pietra e le finestre incorniciate in pietra, sulle quali è posizionato lo stemma della famiglia Maschi, raffigurante una coppia di delfini.
L’edificio ospitò personaggi illustri, durante la sua storia, come i regnanti inglesi e Cristina di Svezia e nel 1770 venne acquisito dalla famiglia Lettimi. Andrea lo restaurò, lo innalzò di un piano e lo collegò alla sua residenza attigua fino al 1902, quando Giovanni Lettimi lo donò al Comune di Rimini, con un solo vincolo, di intitolare il palazzo alla sua memoria e farlo divenire sede del Liceo Musicale. E nel 1903 il liceo venne ubicato nel palazzo mediante una cerimonia che si tenne nella Sala Nobile.
La Seconda Guerra Mondiale e i bombardamenti portarono alla distruzione del palazzo, una distruzione quasi totale e oggi ne rimangono solo le rovine, il portale e sette delle pitture che erano presenti all’interno sono state recuperate e conservate nel Museo della città e che ancora possono testimoniarci il tipico manierismo tosco-romano del Marchetti:
- La conquista di Cartagine;
- Il conferimento della corona ai soldati valorosi;
- L’incendio di Orange;
- La sconfitta di Asdrubale;
- La sconfitta di Annone;
- La condanna dei capi ribelli;
- La continenza di Scipione.
Solo di recente le rovine sono state aperte permettendo l’accesso attraverso il portale cinquecentesco, in quest’area “verde”, romanticamente chiamata “Giardino degli Aromi”.
Come arrivare in centro storico:
- in auto: uscita Autostrada A14 Rimini Sud; proseguire per il centro per circa 3 km
Parcheggi utili: 1) Piazza Malatesta; 2) Rocca Malatestiana; 3) Piazza Ferrari; 4) Ponte di Tiberio; 5) Arco d’Augusto; 6) Largo Gramsci
- in treno: dalla stazione proseguire su viale Dante fino al Duomo
Fonti: Tonini, Guida illustrata; Piergiogio Pasini, Museo della Città; Giovanni Rimondini, Storia illustrata di Rimini III, Michelangelo Zanotti, Giornale di Rimano, MDCCLXXXIII, T. II.
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