Siamo alla fine degli anni ’70 e la Riviera Romagnola pullula di turismo e in particolar modo di bellezze straniere.
Il lungomare e i locali notturni erano affollati da svedesi, francesi, inglesi, tedesche e il playboy di Rimini Zanza lavorava nel locale notturno, il Blow Up, un buttadentro conosciuto per le sue avventure.
Zanza è noto per la sua fama di latin lover, giunta oltre i confini italiani, tanto che le straniere arrivavano da tutta Europa per sperimentare lo spirito dell’amore latino.
Maurizio aveva, e probabilmente ha ancora, un atteggiamento estremamente gentile e il look ideale, un mix giusto per sedurre le donne.
Il rubacuori della Riviera dal fisico prestante, che si presentava con pantaloni di pelle, stivaletti e gilet borchiati, che facevano impazzire le straniere.
Petto moderatamente villoso, grosse collane e braccialetti non erano, però, l’unico ingrediente per ammaliare le donne.
Era l’esemplare perfetto per la dimostrazione di tutti i luoghi comuni sulla virilità dell’italiano, motivo per cui le straniere sceglievano Rimini per le vacanze romantiche.
Michele Serra – Tutti al mare – Luca Bottura (intervista) Intervista allo Zanza:
Inevitabile, attendere che la notte accenda tutte le luci dello sterminato luna park internazionale chiamato
Rimini, e andare, a mezzanotte in punto, a intervistare lo Zanza. Si chiama Maurizio Zanfanti,
anzi Zanfanti Maurizio, e fa il buttadentro al Blow Up, uno dei mille locali notturni romagnoli. È uno
dei maggiori esperti di contabilità mai visti: sostiene, infatti, di avere felicemente portato a termine atti
sessuali con oltre mille turiste, alla media esorbitante di oltre 200 per stagione.
Lo Zanza, a suo modo, è molto in ordine. Statura media, fi sico prestante, indossa una tutina aderente
e scollatissima di seta nera, tipo ballerino di Carmen Russo; la zazzera lunga, e forse ossigenata, sta a
metà tra Conan il barbaro e Vanna Brosio prima maniera; ma il connotato di maggiore spicco è sicuramente
il decolletè, generosamente scoperto: la pelouse è assai ben tenuta, e di moderata densità, segno
che lo Zanza non fa uso di quelle creme reclamizzate sui rotocalchi che promettono “folta peluria nel
giro di una notte”. Sei o sette catenine dʼoro, una delle quali recante la vistosa targhetta “Zanza”, decorano
il petto, e altrettanti anelli adornano le mani con le quali il nostro rivolge affettuosi saluti alle
sbarbine in transito.
Zanza, volevo chiederti…
“Tu non mi credi. Lo so. E allora dimmi, prima di tutto, se mi credi o non mi credi”.
Ti credo, Zanza. Ma sai comʼè, si leggono certe cifre davvero incredibili.
“Incredibili? No, non sono incredibili. Normalissime”.
Quante volte, fi gliolo?
“La stagione record fu lo scorso anno: 207, non una di più, non una di meno”.
207 in unʼestate? Tutte diverse?
“Tutte diverse. Tutte insieme a me”.
Ma vuol dire più di una al giorno.
“La media è di quasi due al giorno”.
Divise come?
“Dipende dai mesi. In giugno e luglio arrivi tranquillamente a due. Maggio e settembre è bassa stagione
e tocca accontentarsi. Agosto è il massimo. Anche quattro al giorno”.
Quattro al giorno? Ma come fai?
“Una al pomeriggio e tre alla sera”.
Caspita!
“Caspita cosa”?
No, dico: caspita!
“Normalissimo”.
A me mi porterebbero in clinica già al primo giorno.
“Ma no, cosa dici. Mi sembri a posto. Magari sei più a posto di me. È solo questione di lavoro”.
In che senso? (un fi lo dʼansia mi incrina la voce).
“Il mio lavoro mi avvantaggia. Ho molte occasioni”.
Ma ti dicono tutte di sì?
“No, ma che dici, mica tutte. Su tre, magari una dice di no. Le altre fanno la media”.
E tu dici di sì a tutte?
“Solo a quelle belle”.
E ce ne sono così tante?
“Sì. Almeno mi sembra”.
Come fai a contarle tutte?
“Prendo appunti. Anzi, adesso ho pensato che farò scrivere un libro. Sui miei appunti”.
Ma senti, che tecnica usi?
“Dipende. Dipende dalle donne. Sai come sono le donne”.
No. Come sono le donne?
Michele Serra Tutti al mare Luca Bottura
“Le donne in vacanza. Sai come sono le donne in vacanza”.
No. Come sono le donne in vacanza?
“Beh, vogliono divertirsi. Vengono apposta. Scatenate. E cʼè una sola cosa che vogliono tutte”.
Quale? (sono ormai preparato al peggio).
“La gentilezza. Se non sei gentile, non ti guardano. Devi avere sempre un pensiero. Per ognuna. Anche
una piccola cosa”.
“Io le donne le conosco subito, appena arrivate a Rimini vengono qui da me, hai capito”?
Va bene, ma quattro al giorno è un sacco. Alimentazione?
“Carne e insalata”.
Vacanze?
“In Svezia e in Norvegia”.
La mamma?
“Non è contenta. Abito sopra di lei, e tutte le notti cʼè troppo via vai. Non è contenta”.
Ti sei mai innamorato?
“Non posso permettermelo. Non posso fermarmi”.
Ti piacerebbe avere una famiglia?
“Prima o poi ci dovrò pensare. Ma per adesso non posso. Capisci? Il lavoro è lavoro. Devo lavorare.
È da 12 anni che faccio questa vita. Ho cominciato a 17 anni. Lo faccio anche per il buon nome del
locale. Vengono apposta”.
Adesso ti lascio andare a lavorare. E vado a lavorare anchʼio. Sapessi che fatica battere a macchina.
Uno stress…
Michele Serra – Tutti al mare – Luca Bottura
*Ph. https://www.vistanet.it/cagliari/2018/09/27/