Cattolica: la città riminese della fontana e dell’acquario

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Cattolica

Cattolica (Catòlga in dialetto) è in provincia di Rimini nonché l’estrema propaggine meridionale sia della Romagna che della pianura padana.

A est è lambita dall’Adriatico e la sua costa – che per tutta la regione si caratterizza per la sua regolarità – qui si increspa lievemente creando una piccola insenatura divenendo anche la punta orientale della regione. Quasi a “difesa” il promontorio di Gabicce mentre, alle sue spalle, si scorge il magnifico castello di Gradara (entrambi nelle Marche).

Incerta è l’origine del nome: c’è chi pensa a un idronimo, ovverosia una nome derivante da quello di un fiume (in questo caso il piccolo corso d’acqua Rivus Catholicae).

Un’altra ipotesi riconduce il termine Cattolica al greco “katholikós” – il comandante preposto all’amministrazione delle circoscrizioni della Pentapoli marittima dell’Esarcato bizantino – oppure  “katholiká” – il deposito generale per le derrate alimentari posto in ogni territorio –.

I Romani

La vicinanza geografica al capoluogo riminese, di cui sarà provincia, ne comporta anche una storia e un’evoluzione abbastanza simile.

In realtà compaiono degli insediamenti già nell’età del bronzo, ma come l’intera zona sarà l’epopea romana a dare impulso alla vita cattolichina.

Reperti di origine capitolina e bizantina ritrovati lungo la Flaminia testimoniano la presenza di un antico centro abitato e di una buona economica locale legata al transito.

La presenza di un castrum sulla via è avvalorata da un atto del 1271 il quale narra di alcuni marchigiani (provenienti dalla zona di Focara sull’attuale “panoramica”) che dai colli circostanti decisero di trasferirsi in quei territori – all’epoca appartenenti all’Arcivescovado di Ravenna, ricercando la tutela riminese.

Il medioevo

Una dichiarazione del 1313 menziona la chiesa di S. Apollinare; un’altra del 1376 cita la presenza di venticinque focularia (famiglie).

Anche nell’annessione allo Stato Pontificio le sorti di Cattolica seguono quelle di Ariminum. Fu Pipino il Breve, come si rinviene in uno scritto dell’VIII secolo che cita anche castrum Conchae, a cedere i territori della Pentapoli (Ancona, Fano, Pesaro, Rimini e Ravenna).

Altri documenti successivi fanno riferimento all’abitato del Conca (fiume che vi scorre vicino) e del suo castello (i cui ruderi di una sua torre si trovano in città, sul colle di Monte Vici).

Tutto venne spazzato via intorno al Mille, con conseguente abbandono della popolazione. La ragione non è certa, ma si pensa a un’inondazione (o esondazione) dei fiumi circostanti.

Qualche secolo dopo, nel XV, le famiglie crebbero e convertirono il borgo in luogo di sosta per i viandanti che percorrevano l’asse Bologna – Ancona – Roma, alla volta di fiere e mercati o verso i santuari di Loreto e San Pietro. Sulla via tra Pesaro e Rimini, Cattolica divenne punto di riferimento con locande, taverne, stazioni per il cambio cavallo e maniscalchi sviluppando un’economia legata al transito.

La dominazione malatestiana  lasciò in eredità un bastione turrito (i cui lavori durano circa un centinaio di anni dal 1490 al 1590) atto a scorgere l’avanzata dei pirati saraceni e a difendersi dagli incursori stranieri.

La crescita di Cattolica è progressiva: nel 1573 sono 150 agli abitanti che si moltiplicarono tanto da espandersi oltre il nucleo centrale, lungo la Via Flaminia. Le professioni maggiori sono osti e pescatori.

Il XVIII e IX secolo

Il 1700 vide l’indebolimento della forza di Rimini e del suo controllo su Cattolica. La Restaurazione post napoleonica la annesse alla vicina San Giovanni in Marignano.

Il centennio successivo si denota per un boom demografico e urbanistico ma anche per la “strada nuova”, ovverosia una deviazione della Flaminia in una zona piana, per evitare la salita che attraversava l’interno del centro, che rendeva arduo il trasporto di carichi pesanti.

Era il 1836.

Cattolica “nuova” si espande e Cattolica “vecchia” abbatte le sue porte. Prima la Rimini e poi la Gregoriana.

Un’altra fondamentale opera fu la conversione della foce del Tavollo in porto canale, incentivando la pesca e l’indotto correlato. Ne nacque conseguentemente un agglomerato, un nuovo quartiere formato dalle tipiche case basse della “gente di mare”.

La linea ferroviaria Rimini – Pesaro facilitò il transito, specialmente con l’inaugurazione della stazione ferroviaria cattolichina.

La moltiplicazione esponenziale della popolazione comportò l’affrancamento amministrativo di Cattolica da S. G. in Marignano, conquistando nel 1896 lo status di comune autonomo.

Sempre nell’800 si sviluppa lungo la riviera il turismo balneare, coinvolgendo inizialmente  Cervia, Cesenatico, Rimini e Riccione.

Un turismo nobile, elegante, aristocratico e borghese. Le ville crescevano, specialmente vicino al mare, ospitando nomi altisonanti (Marconi, Kandinskij). La bassa borghesia non tardò ad arrivare, affittando stanze dagli abitanti.

La crescita urbanistica conobbe un nuovo impulso e non solo abitativo

Palazzo Mancini, ad esempio, l’imponente edificio che ospitava il municipio e le scuole. O il Kursaal, purtroppo demolito.

I terreni divennero lotti edificabili e anche le strade cittadine si intensificarono, inaugurando ampie vie che conducevano alle spiagge.

Accanto al turismo “ludico” si sviluppò una forma di turismo nuova: le colonie, che avevano finalità salutistiche o assistenziali. Furono create delle imponenti strutture atte a ospitare bambini provenienti dalle zone interne e lontane dal mare. Famosa la Colonia XXVIII Ottobre, ribattezzata in seguito Le Navi.

La seconda guerra mondiale

Nonostante la prossimità di Cattolica alla Linea Gotica (che la divideva dalla vicina Pesaro) e nonostante Rimini e Riccione siano state quasi rase al suolo, questa fortunatamente non subì ingenti danni.

Il ruolo della città fu più “strategico”. Qui partigiani e alleati condussero attività di intelligenze e sabotaggi contro i tedeschi.

Una macchia nera del periodo bellico fu l’uccisione di due studenti cesenati, di stanza a Gabicce, che accusati di cooperazione con il filone partigiano, vennero puniti vilmente. Ed è a loro che si intitolò il lungomare Rasi e Spinelli.

Cattolica oggi

Dagli inizi del turismo degli anni trenta al boom post bellico, Cattolica è entrata di diritto nella c.d. metropoli costiera (o balneare): una densa area urbanizzata parallela al mare che inizia a Ravenna.

Dalle antiche locande in epoca romana ai numerosi alberghi, alle pensioni, ai ristoranti e bar e balere… l’evoluzione fu notevole. Quindi le due principali mansioni lavorative crebbero: quella marinara seguì l’attività ricettiva tanto da affiancare una nuova darsena al precedente porto canale. L’indotto ne beneficiò altrettanto: la pesca si estese pure alle vongole e proliferarono aziende per l’inscatolamento delle sardine.

I cantieri navali evolsero di conseguenza: non più trabaccoli, barchetti, lance e lancioni (che avevano reso celebre la nautica cattolichina), ma motopescherecci moderni e scafi per la nautica da diporto, fino a yacht di notevoli dimensioni.

Nel 1992 la città è stata inserita nella neoprovincia riminese, conseguente al distaccamento dal quella di Forlì.

La Regina dell’Adriatico, ha tanto da offrire, specialmente durante la bella stagione. Signorile, offre delle belle passeggiate per le sue vie e piazze spesso abbellite con fontane dai giochi d’acqua e di luce.

Il restyling urbanistico che ha sempre denotato l’evoluzione cittadina non ha tardato ad arrivare nemmeno in tempi moderni attraverso la ristrutturazione del mercato coperto con annessa piazza, una piscina sportiva al coperto e parcheggi sotterranei.

Famoso è il suo acquario, il maggiore della costa adriatica e secondo in Italia.

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