L’Aeronautica Militare a Rimini

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Giuliano Montanari il 21 Gennaio 2015 ricorda “quando c’era la 5A Aerobrigata a Miramare, rumorosi F 10, ma tutti i militari in libera uscita si ritrovavano a Rimini Miramare a mangiare una pizza…”

Fine di un capitolo storico e Alessandro Fabbri aggiunge che “la storia dell’Aeroporto di Rimini passata orgogliosamente attraverso la base militare aeronautica è un fatto…”

Di seguito vi raccontiamo una breve storia dell’insediamento della 5° Aerobrigata militare e del 5° Stormo dell’Aeronautica all’aeroporto di Miramare di Rimini.

L’aeroporto riminese ha segnato la storia della città, dedita al divertimento, ma che da decenni conviveva con le procedure militari della struttura, che fu intitolata al sergente Giannetto Vassura, caduto nel 1918 in un bombardamento a Vittorio Veneto, che venne inaugurata nel 1929 e divenne un’area di strategica importanza per tutto ciò che riguardava la difesa aerea italiana e della Nato, che si insediò a Rimini nel 1956, con l’Aeronautica Militare  e la 5ª Aerobrigata, forze armate che successivamente si trasferirono a Cervia.

Nel 1967 la 5° Aerobrigata fu sciolta per ricostituire il 5° Stormo Caccia Bombardieri, denominata Giuseppe Cenni, in onore dell’eroe di guerra.

Gli anni ’70 erano gli anni dello schieramento dei blocchi militari NATO e del Patto di Varsavia con la strategia della tensione.

Nel ’84 vi fu una spettacolare cerimonia del 50° anniversario del 5° Stormo e vi mostriamo alcune foro dell’epoca scattate da Keith Horsewood, all’epoca in vacanza a Rimini.

 

Negli anni ’80 si insediò il 3° Gruppo di Volo: l’83° SAR (ricerca e soccorso) fino al ’93 e la convivenza italo-americana durò fino al ’95, quando venne costituito il Comando Aeroporto Rimini, ben lontano dall’atmosfera della Guerra Fredda, quando si era pronti a scattare per difendersi dagli attacchi. A oggi la struttura assume il ruolo di aeroporto esclusivamente civile.

La chiusura definitiva del reparto ci fu nel 2010, all’Aeroporto Militare di Pisignano di Cervia, con la presenza del Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare, Generale di Squadra Aerea Giuseppe Bernardis, evento che sancì la fine del 5° Stormo.

Rimane di quella storia un bunker, che negli anni ’90 fu smantellato, costituito da uno stretto corridoio e uno spazio angusto e buio, dove erano predisposte, un tempo, le consolle di comando. Rimane, anche il «Villaggio azzurro», degli anni ’60, che accolse gli aviatori, che nel tempo fu scoperto negli archivi di Stato di Budapest, essere un obiettivo sensibile contro il quale il Patto di Varsavia puntava le proprie testate nucleari.

L’aviazione militare favorì, decisamente, il decollo dell’aeroporto civile e dal punto di vista economico la città ne trasse giovamento, ma non furono rare le proteste pacifiste, in particolare della fine degli anni ’60, che contestavano l’uso delle forze militari.

La base di Coriano destinata al lancio:

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